Gragnano. "La mia denuncia? Non credevo avesse tali conseguenze". Vittima del pizzo ritratta in Tribunale
Gestore di locale dei Di Martino-Afeltra ora rischia il processo. I giudici: "Atti in Procura"
16-02-2017 | di Redazione
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Gragnano. Presunta vittima di estorsione, dinanzi ai giudici ritratta le sue dichiarazioni e ora rischia il processo. Si tratta del gestore di un ristorante di proprietà di Fabio Di Martino, figlio del boss Leonardo 'o lione, capoclan dei Di Martino-Afeltra, i signori della droga dei Lattari.
Nel 2008, lui denunciò due presunti estorsori che, forse non sapendo bene chi fosse il proprietario del locale, erano andati a chiedere il pizzo proprio per conto di Leonardo 'o lione. Ma, dopo la denuncia, nel corso del processo svoltosi ieri in tribunale, a Torre Annunziata, il presunto taglieggiato ha smentito gran parte del racconto.
"Non credevo che la mia denuncia potesse avere queste conseguenze. Io ho denunciato quelle due persone solo per farmi bello con il proprietario del locale”. Frasi che hanno dunque convinto i giudici ad inviare gli atti in Procura. Intanto, alla sbarra per estorsione aggravata restano Antonino Tavella e Valentino Ambrosio, entrambi 30enni. ll primo di Gragnano, il secondo è originario di Pompei.
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