“Preoccupati per i giovani della nostra città, ora come ora a rischio contagio. Non si tratta del coronavirus, ma del morbo sottile dell’egoismo, del non senso, dell’aggressività, della noia che diventa apatia, e dell’apatia che diventa voglia di eccesso che, in quest’estate assolutamente imprevedibile, rischiano di diffondersi a macchia d’olio”.

E’ un passaggio toccante e vibrante dei parroci di Gragnano, uniti nella lettera diffusa dalla Parrocchia San Leone a seguito dell’escalation di violenza registrata nell’ultima settimana. Una scia di sangue in cui ha trovato la morte Nicholas Di Martino e poteva costare altrettanto ad altri due ragazzi, Carlo Langellotti e Salvatore Pennino. Una violenza culminata nell’arresto di 6 persone, tutti ragazzi, tanto giovani quanto invischiati già nel fango della camorra locale. Da una parte Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro, ritenuti responsabili dell’omicidio del 17enne e del ferimento di Carlo Langellotti; dall’altra Antonio e Giovanni Carfora (figli del boss Nicola “’o fuoco”), Raffaele Iovine e Giovanni Amendola, ritenuti responsabili del tentato omicidio a scopo vendicativo di Salvatore Pennino.

“Nei due mesi di isolamento appena trascorsi abbiamo sognato a occhi aperti il ritorno alla normalità, sicuri che la sofferenza della quarantena ci avrebbe resi migliori – hanno scritto i parroci della città -. Come per magia. La morte di Nicholas e gli eventi successivi ci hanno risvegliati di colpo, sbattendoci in faccia la realtà in cui siamo: una morte del genere avvenuta in pieno centro, tra i palazzi di Via Vittorio Veneto, in modo tanto violento, è un duro colpo per l’intera comunità. La Via della bellezza - quella che un tempo vedeva fiumi di ragazzi a passeggio tra le mimose -, si è trasformata in uno scenario agghiacciante. Come può essere accaduto, proprio così, a sangue freddo, in uno scontro tra ragazzi poco più che adolescenti? E proprio lì, in un luogo simbolo per noi: a pochi passi dal Municipio, a un tiro di sasso dai campetti dell’oratorio, all’ombra dei nostri bei campanili? Forte è il dolore per la morte prematura, anzi, del tutto acerba di un figlio neanche maggiorenne. Grande è lo sgomento per la possibilità che si ripetano altre violenze, nella spirale vorticosa della voglia di vendetta”.

Un’emergenza educativa che interpella tutti, non solo i parroci di Gragnano, ancora scossi dalla scia di sangue e violenza dell’ultima settimana: “È necessario investire ‘a fondo perduto’ tempo, risorse ed energie in favore dei giovani, perché possiamo costruire insieme la città del domani. La comunità ecclesiale di Gragnano – concludono - si fa vicina a chi è nel dolore per la morte di Nicholas. Implora il cessate il fuoco dinanzi a ogni possibile tentativo di vendetta. E rinnova la sua totale disponibilità, con ogni forma e mezzo possibile, affinché i giovani gragnanesi si sentano accompagnati e sostenuti in questo tratto di strada difficile. Perché essi – come recita la prima lettera ai Corinzi: “quelle membra del corpo che sembrano più deboli, sono anche le più necessarie”.

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