“La vita di mio figlio non vale nulla. Con quella sentenza vergognosa è stato ucciso una seconda volta, ma io non mi fermerò”. Non riesce a darsi pace Maria Carfora, la mamma del piccolo Nicholas Di Martino, ucciso il 25 maggio 2020 da Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro a Gragnano.

Quella notte è rimasta scolpita nella mente e nel cuore della donna. Una disperazione tenuta stretta dentro di sé per tutto questo tempo, uscita con rabbia e violenza al momento della lettura della sentenza che ha condannato gli esecutori del delitto in primo grado a 18 (Apicella) e 10 anni (Di Lauro) di carcere.

“In Italia è previsto l’ergastolo per gli omicidi associati anche ad una sola aggravante – ha spiegato la donna -. Agli assassini erano contestate ben cinque aggravanti, tra cui anche quella camorristica, contestatagli con tanto di prove portate in aula dal pubblico ministero della Dda, dalla polizia di stato e dai carabinieri. Secondo il Giudice, però, Nicholas meritava di morire nonostante ci sia un video in cui si vede mio figlio non alzare nemmeno un dito e cercare di scappare dalla furia di quelle bestie”.

Maria non ci sta e ha intenzione di continuare la sua battaglia: “Siamo delusi, sicuramente, ma per fortuna esistono altri giudici che fanno bene il proprio lavoro – ha continuato amaramente la donna - ci sono tanti altri gradi di giudizio. Noi siamo fiduciosi e ovviamente andremo avanti fino ad arrivare alla corte di Strasburgo. Andrò in televisione a mostrare il video dell’orrore, quello in cui una telecamera riprende in primo piano il momento in cui ammazzano barbaramente mio figlio. Solo quando giustizia sarà fatta Nicholas potrà riposare in pace, perché fino ad oggi nemmeno quello gli è stato concesso”.

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