Gragnano. Presi cinque bulli minorenni, due sono indagati per la morte di Alessandro
Una delle vittime costrette a cambiare scuola, voleva togliersi la vita. La banda è stata trasferita in comunità
16-12-2022 | di Marco De Rosa
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Erano diventati l’incubo dei ragazzini della loro età. Perseguitavano coetanei, minacciandoli e aggredendoli, fino al punto di spingerli a togliersi la vita.
Questa mattina i carabinieri di Gragnano hanno arrestato cinque bulli minorenni, tra questi due sono già indagati per la morte di Alessandro, precipitato dalla finestra della sua stanza il 1 settembre scorso.
Sono stati messi in comunità, per effetto dell’ordinanza emessa del Gip del tribunale dei Minorenni di Napoli, perché ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di atti persecutori e rapina.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Stazione di Gragnano e coordinate dalla Procura per i Minorenni di Napoli, sono partite qualche giorno dopo la morte di Alessandro ed hanno consentito di appurare che un ragazzo di 14 anni di Gragnano aveva subito nel corso degli ultimi 3 anni una serie di atti di bullismo da parte dei 5 indagati, di età compresa fra i 15 e i 18 anni (il maggiorenne era minore all'epoca dei fatti). L'ultima violenta aggressione fisica sarebbe avvenuta a settembre, quando il 14enne è finito in ospedale con, prognosi di 10 giorni.
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Secondo la ricostruzione investigativa la vittima sarebbe stata costretta a cambiare scuola nell’anno scolastico in corso e, durante la frequenza dello scorso anno di scuola, avrebbe addirittura esternato la volontà di togliersi la vita. Le indagini hanno poi permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di 3 destinatari dell’odierna misura cautelare e di un quarto soggetto non imputabile poiché minore di 14 anni, che avrebbero addirittura commesso una rapina di un coltellino multiuso, avvenuta nel mese di aprile.
Il 14enne avrebbe infine subito sin dalle scuole elementari numerosi atti di bullismo da parte di un coetaneo, non destinatario dell’odierna misura cautelare poiché all’epoca dei fatti suo coetaneo e quindi non imputabile. Al termine delle formalità di rito gli indagati sono stati sottoposti alla misura del collocamento in comunità. Seguirà l’interrogatorio, durante cui i ragazzini dovranno difendersi dalle pesanti accuse che gli sono state rivolte.
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