Gragnano. Pusher minorenni e lancio di droga dal balcone: ecco come operavano gli Apicella
Scoperta rete di spaccio a conduzione familiare: il boss coordinava anche dal carcere con un telefonino – I NOMI
03-12-2024 | di Marco De Rosa
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Lanciavano la droga direttamente dal balcone del loro quartier generale. Smascherato il business di via Volte, che ha avuto finora in Rossano Apicella il suo esponente di spicco, abile ad aver allestito una piazza di spaccio a conduzione familiare. Utilizzavano pusher minorenni per spacciare in strada, fino alla piazzetta dedicata ai caduti di Nassiriya. E conservavano la droga in garage e depositi di imprenditori insospettabili, per non dare troppo nell’occhio.
Tutto questo è stato ricostruito dai carabinieri di Castellammare che ieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia in carcere per 5 persone.
Apicella, già detenuto, è stato raggiunto dall’ordinanza, così come la moglie Rosaria Vitiello e il figlio 21enne Dario. Oltre a loro, in carcere sono finiti anche il 26enne Vincenzo Donnarumma e il 24enne Salvatore Pio Pennino. Un nome già nuovo e balzato tragicamente agli “onori” della cronaca, perché bersaglio nella ritorsione scatenata dai Carfora (i figli e nipoti di Nicola detto “‘o fuoco”, boss condannato all’ergastolo per l’uccisione di Michele Cavaliere) dopo l’omicidio di Nicholas di Martino, il 17enne accoltellato a morte la notte del 24 maggio 2020. Poco dopo, nel raid punitivo contro il gruppo degli Apicella, i cugini di Nicholas ferirono in via Pasquale Nastro a colpi di pistola proprio Pennino, che riuscì miracolosamente a scampare alla morte.
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I cinque sono accusati a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di detenzione a fine di spaccio di droga (marijuana, cocaina e crack). Un'attività di spaccio che, secondo l'accusa, è andata avanti per anni. Tra gli spacciatori, compaiono spesso anche minorenni, con gli ordini che arrivavano direttamente da Rossano Apicella, anche nel periodo in cui era in carcere ma riusciva a comunicare grazie ad un telefonino e proteggere il suo business a distanza grazie a un elaborato sistema di videosorveglianza. Tutto scoperto e documentato dai carabinieri che hanno dato un colpo decisivo alla criminalità organizzata di Gragnano.
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