Ultimata l’opera di riqualificazione, da parte di Gori, dei 19 manufatti di captazione e deviazione ubicati nella Valle dell’Imbuto a Gragnano.

Si è tenuto un sopralluogo presso il complesso sorgivo “Botto dell’Acqua”, situato a circa 300 metri sul livello del mare, durante il quale i tecnici Gori hanno mostrato ai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Gragnano i lavori eseguiti con personale della struttura manutentiva interna dell’Azienda, che sono stati effettuati tenendo particolare attenzione alla salvaguardia della fonte idrica e con il minor impatto ambientale, attuando delle scelte operative atte ad assicurare la loro compatibilità nel contesto circostante, ovvero rivestendo i medesimi manufatti con lastre di pietra locali.

L’intervento ha previsto il rifacimento dei massetti impermeabili, il ripristino delle murature esterne ed interne dei singoli manufatti, il rivestimento delle pareti esterne con lastre di pietra, la realizzazione di nuove porte di accesso a tenuta idraulica realizzate in acciaio inox verniciate epossidicamente, le coperture in lastre di acciaio inox degli accessi alle captazioni. Realizzato anche il nuovo abbeveratoio, che dà lustro all’intero complesso sorgentizio ubicato in un’area dal grande valore paesaggistico e turistico. Il complesso sorgentizio è raggiungibile esclusivamente attraverso un sentiero impervio e per tale motivo i materiali sono stati portati nell’area di lavoro attraverso l’utilizzo di muli. Le opere proseguiranno comunque anche nelle prossime settimane per un ulteriore miglioramento dell’intera opera di captazione.  

Gori ha anche rappresentato nel corso del tavolo tecnico tenuto in tarda mattinata, presso la sede del Municipio, le problematiche relative al rischio idrogeologico dovuto a scarpate e balze rocciose presenti nell’area che fiancheggia i bottini. Tale conformazione del versante, soprattutto in occasione di eventi pluviometrici eccezionali, provoca situazioni di rischio sia per i tecnici dell’Azienda che per le opere di captazione per l’entrata nelle reti di materiali solidi, costringendo periodicamente Gori ad effettuare interventi straordinari di bonifica resi particolarmente complessi in virtù dell’ubicazione del complesso sorgivo. Al tavolo hanno partecipato, oltre al responsabile Gestione Idrico e Fognario di Gori, Andrea Palomba, i tecnici dell’Autorità di Bacino, il sindaco Paolo Cimmino, il presidente del consiglio comunale, Aniello D’Auria, e sono stati avviati rilievi ed approfondimenti tecnici mirati al superamento della problematica idrogeologica. 

Sono già in programma, inoltre, il completamento della posa di nuove reti idriche in via Caprile, via Serbatoio e via Logrado, e la messa in esercizio del serbatoio San Giacomo, a testimonianza dell’attenzione verso la distribuzione idrica per le frazioni collinari.

“Abbiamo fatto visita al complesso sorgentizio – ha dichiarato il sindaco di Gragnano, Paolo Cimmino – ed apprezzato le opere di recupero dei manufatti. Ormai sono anni che operiamo con GORI sinergicamente per il miglioramento delle infrastrutture idriche del territorio”.

“Nel corso del tavolo tecnico – ha aggiunto il Presidente del Consiglio Comunale, Aniello D’Auria – abbiamo affrontato il tema del completamento della rete idrica a servizio della zona di San Giuseppe, contemporaneamente alla posa della condotta del gas, per poi iniziare subito i lavori per via Logrado e la successiva messa in esercizio del serbatoio San Giacomo. Stiamo ponendo in essere tutte le azioni per colmare il gap infrastrutturale che da tempo interessa quelle aree. Siamo molto soddisfatti”.

“Prosegue l’impegno dell’Azienda – spiega l’amministratore delegato di Gori, Giovanni Paolo Marati – per il miglioramento del servizio offerto ai cittadini. Non è stato affatto semplice operare nella Valle dell’Imbuto e per questo mi sento di ringraziare il nostro personale per aver riqualificato tutti i bottini presenti. Nei prossimi mesi sarà massimo l’impegno di Gori per interconnettere la rete idrica delle zone collinari con l’intero sistema di adduzione dei Monti Lattari, al fine di dotare le frazioni di Caprile ed Aurano di un sistema di alimentazione idrica di emergenza”.    

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