Il maresciallo della stazione dei carabinieri di Gragnano, Sossio Giordano, è un teste chiave nel processo sulle presunte “spese folli” al Comune di via Vittorio Veneto. Processo che vede alla sbarra l’ex presidente del consiglio Giuseppe Coticelli (difeso dall’avvocato Michele Riggi) in aula in giacca beige, dinanzi al collegio della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata. Coticelli è accusato dal pm della Procura oplontina, Maria Benincasa, di peculato in concorso con l’allora responsabile degli Affari Generali dell’Ente, l’avvocato Vincenzo Cirillo.

Anche Cirillo ascolta con attenzione le parole di Giordano. Che a domanda precisa risponde: “Sì, è vero. Coticelli ci regalò in occasione delle feste un alberello di Natale. Ma non ricordo bene l’anno. Forse era il 2007 o anche il 2008. Prima comunque che la Patriarca diventasse sindaco di Gragnano”.

Risposta che, a giudizio della difesa di Coticelli, segna un punto a favore dell’esponente di “Noi Sud” destinatario, nel corso delle indagini, anche del divieto di dimora in Campania. Perché? Semplicemente perché quel fondo per “spese di rappresentanza del presidente del consiglio comunale”, oggi sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, risale in bilancio agli anni 2009-2010.

Trentacinquemila euro circa stanziati solo per fini istituzionali e che invece, secondo l’accusa, sarebbero stati “distratti” da Coticelli (presumibilmente senza controllo alcuno, da qui l’accusa di concorso per il funzionario pubblico Cirillo, ndr), così utilizzandoli a scopi personali: viaggi in treno, in taxi, ristoranti, alberghi ed anche…fiori. Appunto. Il processo sulle presunte “spese folli” in municipio prosegue. A giugno, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Paola Cervo, l’atteso esame proprio di Vincenzo Cirillo.

in foto, l'ex sindaco di Gragnano Annarita Patriarca e Giuseppe Coticelli

 

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