“Un atto denigratorio che infanga l’onorabilità della persona e del professionista, che pur tuttavia coinvolge anche i consiglieri di maggioranza che, condividendolo, si sono resi solidamente partecipi. Per questo ho dato già mandato ai miei legali di fiducia per chiarire questa diffamazione”.

E’ quanto ha dichiarato l’architetto Lucido Di Gregorio, ormai ex assessore al comune di Gragnano. Il professionista è stato revocato dall’incarico in giunta solo tre mesi dopo il suo ingresso. Ad aggravare la situazione sono state le motivazioni che hanno portato al provvedimento firmato dal sindaco Nello D’Auria, nelle quali si evincono “divergenze emerse in ordine alla riservatezza delle informazioni dell’attività amministrativa e del comportamento poco collaborativo con gli uffici non contestualizzato rispetto agli eventi in corso”.

Una mazzata sull’onorabilità e credibilità di Di Gregorio, che ha provocato uno scossone nell’ambiente politico gragnanese. “Le motivazioni contenute nel provvedimento sono generiche, infondate e pretestuose vista anche la mia esperienza e competenza professionale dimostrate in anni di attività – ha chiarito l’ex assessore -. Le cause vanno piuttosto ricercate nei rapporti politici interni a una maggioranza che fatica a trovare una propria connotazione nelle identità delle relazioni interne”.

Tutto sarebbe nato in seguito a un “mancato rilascio di una documentazione richiesta all’ufficio urbanistica, tanto da costringermi ad avanzare richieste formali di accesso agli atti. Richieste tutte comunicate al Sindaco che da circa un mese è stato silente su tutti i fronti - ha spiegato Di Gregorio -. Non un fulmine a ciel sereno, dunque, ma il concretizzarsi di un obiettivo probabilmente perseguito da tempo allo scopo di rendere vano ogni tentativo di riorganizzazione dell’ufficio nell’interesse dei cittadini e di rendermi un figurante”.

Un ruolo delicato, quello di Di Gregorio, professionista caldeggiato da tempo dalla civica “Cambiamo Gragnano” che fa capo a Catello Scotognella, il più votato alle ultime elezioni e forte delle sue 977 preferenze.

“Il Sindaco chiarisca fatti, circostanze e documenti riconducibili alla ‘riservatezza amministrativa’ – ha concluso Di Gregorio - o quanto meno dica in che cosa possa concretizzarsi una mia violazione della ‘riservatezza delle informazioni dell’attività amministrativa’ e quali i documenti da ritenersi segretati dall’ufficio, che peraltro non ho mai ricevuto del tutto. Nel qual caso sono ben lieto di prenderne atto e, perché no, chiedere venia assumendomene ogni responsabilità”.

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