Un litigio per motivi banali ha anticipato l'omicidio. Continuano ad emergere nuovi particolari nelle motivazioni che hanno portato alla notte di sangue del maggio 2020 a Gragnano. Due raid a colpi di coltelli e di pistole, a distanza di meno di due ore, in cui morì un ragazzo di 17 anni e rimasero feriti altri due ragazzi.

A innescare la scia di violenza fu un diverbio, avvenuto dinanzi alla pizzeria degli Apicella, in via Trivione, in pieno centro. Nicholas ha avuto la “colpa” di passare nei paraggi. Un gesto che non è piaciuto a un amico degli Apicella, che era lì in quel momento proprio insieme a Maurizio. “E tu che ci fai qua? Io te la faccio pagare. Ti devo uccidere proprio!”, hanno detto i due. Hanno percepito la presenza di Nicholas come uno sgarro, un’invasione di territorio che non doveva restare impunita.

Frasi che suonano ora come un triste presagio di quella che poi avverrà la notte stessa, con Apicella che nell’aggressione a Nicholas e suo cugino Carlo Langellotti rifilarono sette coltellate, una delle quali mortale. E ad avere la peggio fu Nicholas. Un fendente che recise l’arteria femorale destra e lo fece morire dissanguato mentre in compagnia di suo cugino cercavano di raggiungere l’ospedale.

Carlo Langellotti, colpito con sei coltellate, riuscì a salvarsi dopo due interventi chirurgici. Per Nicholas, però, non ci fu nulla da fare.

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