Un mese in ospedale. Un tempo infinito, metà del quale passato in terapia intensiva, con la paura di non farcela. E’ l’incubo (con lieto fine) che ha vissuto Angelo di Santo, il comandante della stazione dei carabinieri di Gragnano, finito in un letto di ospedale, con maschere per l’ossigeno e il pensiero di non poter rivedere più i propri familiari. Uscito dopo le cure di un’eccellenza della sanità campana, l’ospedale Cotugno di Napoli.

Un virus subdolo, che lo ha colpito nonostante le due dosi di Astrazeneca, somministrategli questa estate. I primi sintomi ad agosto, con le sue condizioni che peggioravano di giorno in giorno. La decisione di sottoporsi al tampone, il cui esito è arrivato come un pugno nella bocca dello stomaco. Le prime cure a casa, che non sortivano effetto, poi la decisione di ricoverarsi in ospedale il 16 settembre scorso. Qui però, almeno all’inizio, la situazione continua a degenerare. Per lui è stato necessario il trasferimento in terapia intensiva, reparto diretto dalla dottoressa Rosanna De Rosa. Con la maschera per aiutare la respirazione e le forze che venivano meno. Solo due settimane fa la situazione ha iniziato lentamente a migliorare, fino all’uscita dall’ospedale, passo dopo passo il 12 ottobre scorso.

E il maresciallo Disanto, ha tenuto a ringraziare tutti quelli che si sono presi cura di lui: “Dal profondo del cuore voglio testimoniare con immensa gratitudine quanto fatto dalla dottoressa De Rosa in prima persona e dal suo staff (medici - infermieri - oss - fisioterapisti), i quali senza risparmiarsi mi hanno preso per mano ed aiutato a superare il lungo periodo buio che ho dovuto affrontare nella terapia intensiva covid. Mi hanno spronato dal primo giorno, quando bisognava affrontare la gravità della situazione e, in considerazione della mia sofferenza, ha fatto in modo che io reagissi, cosa che inizialmente non stavo facendo. Sarò riconoscente a vita per avermi salvato grazie alla loro immensa umanità e professionalità”.

Un reparto che per un mese intero è stata come la sua famiglia, lontano dai sorrisi e dagli abbracci quotidiani di conoscenti e familiari. “Hanno sopperito a questa mancanza – ha spiegato Disanto nella sua lettera di ringraziamento -. Le cure somministrate sono state vincenti per combattere il virus, tutto merito della professionalità degli operatori sanitari. La terapia intensiva del Cotugno è un'eccellenza della sanità italiana e bisogna esserne fieri. Per questo ringrazio tutti, ribadendo la stima che ho nei loro confronti. Continuate a salvare vite umane. Nel frattempo, grazie”.


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