Grande Progetto Pompei, CGIL: “Al limite della delusione”
Le sigle sindacali scrivono una lettera a Matteo Renzi esprimendo disappunto per la gestione commissariale
16-04-2015 | di Redazione

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“Dopo 3 anni, il bilancio sull’operatività del Grande Progetto Pompei è al limite della delusione”. È quanto si legge in una leggera delle categorie sindacali della Cgil, dei lavoratori del turismo Filcams, dei lavoratori edili Fillea e dei lavoratori del pubblico impiego Fp, indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi che sabato sarà in visita al parco archeologico di Pompei.
“Nell'aprile del 2012 - scrivono i sindacati - salutammo con spirito positivo e ben augurante l'avvio del Grande Progetto Pompei, con la sottoscrizione del Protocollo di Legalità presso la Prefettura di Napoli alla presenza dell'allora presidente del Consiglio Monti e di quattro ministri coinvolti nel Progetto”. In questi anni, al contrario, “abbiamo assistito ad una progressiva mortificazione del lavoro e delle professionalità. I ritardi sui tempi di esecuzione delle opere sono davanti agli occhi di tutti, il rischio di non farcela entro il prossimo 31 dicembre è nelle cose e le aspettative occupazionali di tanti giovani restauratori sono state, al momento, disattese”.
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Inoltre, “apprendiamo dal sito ufficiale, considerata l'assenza di sedi informative che sulla complessità dei progetti (39 all'origine) solo 9 sono i cantieri transennati, 3 conclusi (Criptoportico, Pareti Rosse, Casa D.Octavius Quartio), 18 gare in corso di aggiudicazioni e solo sette definitive. È evidente - sostengono - che c'è uno scarto tra le cose che si dicono in giro nelle varie audizioni e occasioni mondane e la realtà dei fatti”.
La Direzione generale di progetto, si legge nella lettera, “ha ancora una volta evidenziato il ricorso a strumenti di commissariamento che derogano dalla gestione ordinaria. Il ritorno alla normalità nella gestione del sito è l'unica condizione che può garantire un futuro a Pompei. Questo significa ripristino di una gestione pubblica non emergenziale, investimenti occupazionali per ripristinare l'organico necessario, reinternalizzazione delle attività tecnico-scientifiche, di manutenzione e vigilanza. Solo facendo questo il Ministero potrà dire di aver salvato Pompei”.
Per queste e per altre ragioni, concludono i sindacati della Cgil, “ci si aspetta ben altro dal capo del Governo che non una fugace apparizione mediatica”.
