Il primo giorno di Green pass file agli scavi di Pompei e titolari di bar e ristoranti alle prese con i controlli. I titolari o i gestori di servizi e attività per cui è previsto l'accesso con obbligo di Certificazione verde COVID-19 sono tenuti a verificare la documentazione con l'APP VerificaC19 attiva già da fine giugno. Lo indicano in una nota congiunta i ministeri della Salute, Economia, Innovazione tecnologica, Struttura commissariale e Sogei. L'APP accerta l'autenticità della certificazione verde e verifica che l'intestatario abbia i requisiti necessari. È completamente gratuita e scaricabile sui dispositivi mobili dall'Apple Store, dal Google Play Store e da Huawei AppGallery. La verifica può avvenire senza connessione Internet. Chi viola rischia multe da 400 a mille euro e la chiusura del locale se la sanzione avviene più volte.

File tra i turisti a Pompei in prima mattinata. Circa duecento i tamponi effettuati gratuitamente dall'Asl per fare entrare negli scavi chi non ha il Green pass, in particolare ragazzi e bambini. Dopo qualche ora, però, la situazione è tornata normale e co un attesa di 15 minuti si riusciva ad entrare nel sito più visitato al mondo. 

Da stamane obbligo di green pass anche per chi vuole fare colazione nei salottini liberty con vista su Palazzo Reale dello storico caffè Gambrinus di piazza Trieste e Trento a Napoli. Nel caffè - tappa obbligata di tanti Capi di Stato e monarchi - un cameriere presidia l'accesso al salottino dagli stucchi ottocenteschi chiedendo ai clienti di esibire il certificato di avvenuta vaccinazione.

"Al momento nessun problema - fa sapere il titolare Massimiliano Rosati - anche in considerazione del fatto che la stragrande maggioranza dei clienti d'estate privilegia i tavoli all'esterno. Tuttavia qualcuno, più sensibile all'arte, ci ha chiesto comunque di poter stare dentro e allora scatta l'obbligo di esibire il green pass. Da parte dei clienti stiamo riscontrando la massima collaborazione e perfino qualche eccesso di zelo. Come quei turisti svizzeri che oltre alla certificazione sono venuti con i passaporti in mano". Quasi tutti, spiega Rosati , "hanno il green pass già scaricato, altri invece mostrano il qr code. In tal caso il nostro personale attraverso l'app scaricata sul cellulare procede a verificare l'autenticità del codice. E abbiamo riscontrato che l'app non legge il qr code di chi proviene dal Regno Unito che è un paese extra Ue. Questo provoca qualche rallentamento nell'accoglienza dei clienti ma basta che usciamo fuori da questo incubo quanto prima che va tutto bene". "Al momento - conclude il titolare dello storico caffè - non posso dire di aver registrato una contrazione di clienti, anche se è ancora troppo presto per tirare le somme". Qualche lamentela arriva invece dai bar più piccoli e meno turistici del Gambrinus cui non vanno giù "i compiti di polizia che la normativa sul green pass ci assegna".

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