La realizzazione di un libro dalle caratteristiche antropiche è sempre un traguardo importante, sia per la comunità studiata sia per coloro che riescono ad editarlo perché, visti i tempi, non è più facile riuscire a riportare su carta stampata un sostanzioso lavoro editoriale. Quindi, l’importanza della pubblicazione di un libro del genere è tale perché esso funge comunque alla stregua di un mattone, essenziale affinché si possa meglio comprendere la storia dei luoghi trattati e determinate loro vicissitudini.

La pubblicazione del volume “I Lumi della Torre. Il ruolo dell’Università nella ricerca e la valorizzazione storica, artistica e culturale del territorio di Torre Annunziata”, da parte del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, deve essere vista proprio come il posizionamento di un elemento, nel punto portante, di una struttura cominciata ad essere eretta fin dall’800 da tanti altri autori che hanno reso le loro fatiche e la loro intelligenza per l’approfondimento storico della città.

Ma “I Lumi della Torre”, per Vincenzo Marasco e Lucia Muoio che ne hanno curato gli aspetti, è un qualcosa di più articolato di un libro in quanto rappresenta la continuità e il punto di arrivo di un progetto editoriale ampio e articolato che ha avuto la sua fase iniziale lo scorso anno, il 14 e il 15 ottobre del 2016, con due intense giornate di studi di vario genere accademico proprio centrate sul territorio di Torre Annunziata. La particolarità sono stati gli attori di questa iniziativa, come reputano i curatori del progetto. Essi sono una parte di quei giovani e meno giovani che hanno scelto il nostro territorio per coronare i propri studi accademici e conseguire così il titolo che gli varrà per tutta la loro vita.

L’incipit che ha suscitato l’interesse a ripercorrere quei loro passi è stato quello di recuperare e, in un certo qual modo, salvaguardare le fatiche di chi ha voluto aderire alla proposta del progetto editoriale, rendendole pubbliche con la finalità di creare un volume miscellaneo che parlasse esclusivamente di Torre Annunziata, ma questa volta a 360° e con un amalgama perfetta dei tanto diversi argomenti trattati.

Così il dibattito moderato dal giornalista Salvatore Aulicino Mazzei ha assunto fin da subito un tono coinvolgente. Ad aprire la seduta, dopo i saluti di rito di Monsignor Raffaele Russo, parroco Rettore della Parrocchia di Ave Grazia Plena, Basilica pontificia di Maria SS. della Neve, che ha esortato a continuare con la realizzazione di questi eventi nel quartiere in quanto donano linfa vitale a quel tessuto urbano e umano affranto, è intervenuto il professor Salvatore Ferraro, accademico pontaniano, latinista ed esperto di “Storia patria”, nonché revisore della bozza di lavoro. Il professore Ferraro durante il suo discorso ha particolarmente centrato l’attenzione sull’importanza di alcuni argomenti trattati: il culto micaelico in epoca Medioevale riferito ai monasteri di Sant’Angelo a Tre Pizzi (Faito) e quello dell’antichissimo monastero situato un tempo sull’isolotto di Rovigliano, che secondo le ipotesi avanzate dall’autore dello studio, Nicola Caroppo, il loro ruolo non doveva essere solo di natura religiosa ma che in qualche modo era determinante anche per la buona condotta della navigazione tra il Golfo di Castellammare di Stabia e la Penisola Sorrentina, e lo studio ivi pubblicato riguardante gli arredi rinascimentali della Santissima Annunziata, alcuni dei quali non più presenti in situ, tra cui anche la Sacra Icona della Madonna della Neve, analizzati da un’attenta e preparata Antonella Dentamaro che ha messo in evidenza particolari inediti ed estremamente interessanti a riguardo, che senz’altro contribuiranno a far riscrivere vicende storiche importantissime riferite alla Sacra Icona “bruna” e la Parrocchia in generale.

La sorpresa è stata l’intervento del Sindaco neo eletto, Vincenzo Ascione, che, come sua prima uscita pubblica, nella sua nuova veste istituzionale ha presenziato l’incontro contribuendo con un intervento. Nel suo discorso, il Sindaco, in primis ha voluto sottolineare l’importanza e la responsabilità che egli sente nel ruolo affidatogli dal popolo auspicando, però, che gli venga a mancare mai il soccorso dei tanti cittadini di buona volontà atto anche per la conservazione e la promozione di quel grandioso bene comune qual è il nostro patrimonio culturale che oggi rappresenta un grande vanto cittadino, nonché un valore identitario. Fiducioso, Vincenzo Ascione, ha esortato la platea a fare gli auguri ai quanti si impegnano ogni giorno nel condurre la difficile opera di riscatto in corso che pian piano sta donando alla città nuova luce.

L’editorialista Massimo Corcione ancora una volta ha voluto sottolineare già quanto detto nel primo suo scritto a favore delle attività svoltesi durante l’ottobre scorso, cioè la vittoria di una sfida che ha visto come protagonista le speranze giovanili del martoriato contesto torrese. «Sono sempre per i giovani», ha continuato Corcione, «le cui idee devono essere viste come delle innovazioni da tener conto in un cotesto soffocato da anni di imperizie». A ciò ha tirato in ballo l’egregio lavoro svolto da Mario Quaranta il quale ha rivalutato un’area cittadina storicamente e artisticamente di grande importanza, la fascia costiera di Capo Oncino dove è edificato il l’insieme di Ville tra cui quella dei Filangieri e dei Guarracino, e che oggi richiede urgenti interventi di riqualificazione. Per tanto egli ha voluto augurare che il lavoro presentato, vista anche la presenza del neo Sindaco di Torre Annunziata, venga inteso come un vademecum tra le tante cose da fare per ottenere una città migliore.

L’architetto Imma Alfano, intervenuta questa volta in qualità di tecnico, ma forte di un bagaglio culturale maturato grazie alla sua esperienza di Assessore alla Cultura svolta durante l’ultimo periodo della Giunta Starita, ha ripercorso in grandi linee la validità delle ricerche condotte da Adelina Pezzillo da cui si evince una profonda analisi del contesto artistico e architettonico della Real Fabbrica d’Armi, e quella delle caratteristiche ingegneristiche dei progetti proposti con questo volume esortando i realizzatori, Raffaele Di Ruocco che ha ritracciato un’innovativa idea progettuale per il recupero del ben noto Cineteatro Metropolitan e il duo rappresentato da Roberto Avino e Giovanni Farina che hanno proposto una visione avveniristica del contesto strutturale del lido Santa Lucia, a perseverare con le loro idee architettoniche in quanto sono distinta percezione assolutamente positiva e futuristica di vedere una città come Torre Annunziata in un modo diverso e costruttivo.

E tra un intervento e l’altro a rendere l’incontro ancora più suggestivo sono state le qualità magistrali del Maestro Lino De Gregorio, professore di musica e pianista d’eccezione, e la voce travolgente della Maestra Mariangela Vitulli, Soprano che vanta tra l’altro nel suo curriculum artistico importanti collaborazioni con Andrea Bocelli. I due artisti hanno allietato la presentazione del volume interpretando un repertorio classico che ha spaziato dal religioso a quella che è l’intramontabile canzone partenopea.

A concludere è stato il professore Felicio Izzo, docente e attualmente dirigente del rinomato Liceo artistico di Torre Annunziata “Giorgio De Chirico”. Il professore Izzo, personalità dal vasto pensiero culturale, ha esposto la necessità di dover insegnare alla città, ma in particolare ai giovani torresi, ad amare il bello. «Solo attraverso il riconoscimento di questa percezione essi potranno in futuro costruire una città migliore», ha continuato il professore ponendo poi alla platea l’esempio di come sia stato rivalutato dai suoi allievi e docenti il muro di confine con l’arenile pubblico di Torre Annunziata del Lido Santa Lucia, con la realizzazione di uno splendido murales, poi rispettato da tutti, a contrario dei quanti palesemente avevano espresso dei dubbi. E come ha affermato gli esempi da seguire sono proprio questi: il coinvolgimento di tutti nella realizzazione di una città più bella e che siano proprio i cittadini, giovani e non, a farsi carico della promozione del bello e di tutto quel patrimonio che ci appartiene.

Tuttavia, benché la presentazione dei “Lumi della Torre”, che contiene i lavori di Nicola Caroppo, di Antonella Dentamaro, di Mario Quaranta, di Adelina Pezzillo, di Raffaele Di Ruocco e di Roberto Avino e Giovanni Farina, sia la dirittura di arrivo di un progetto editoriale, si spera che l’opera compiuta trovi continuità sul territorio fungendo da nuova luce, per volontari della cultura e le forze politiche che amministrano la città, affinché Torre Annunziata acquisisca ancora più consapevolezza sulle sue tante potenzialità inespresse.

Sia la Cultura faro di nuova vita, sia essa un movente essenziale per la rinascita di tutto il contesto cittadino: umano, materiale e immateriale.

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