Successi da botteghino più o meno vecchi come Il Tagliaerbe e Inception ci hanno abituato a diffidare della realtà virtuale come se le sue applicazioni fossero una minaccia, confondendo il reale con l’immaginario e proiettando l’essere umano in un universo ambiguo e spesso pericoloso.

Ma si sa, le novità, soprattutto quelle più rivoluzionarie, sono sempre terreno fertile per dibattiti e narrazioni più o meno drammatiche, ma spesso la realtà segue vie ben più prosaiche e costruttive. 

La Regione Campania ha fatto proprie le innovazioni tecnologiche nel campo della realtà aumentata per trasformare alcuni musei ed aree archeologiche in spazi immersivi di straordinario realismo in cui è d’obbligo fantasticare ad occhi aperti indossando caschi VR per lasciarsi proiettare a Pompei ed Ercolano poco prima della tragica eruzione o nei cortili della Napoli borbonica. 

È il caso del MAV, un centro culturale e tecnologico che sorge a pochi passi dagli scavi archeologici dell’antica Hercolanum e che offre, grazie a dispositivi all’avanguardia, esperienze immersive uniche attraverso le vie, i templi e le case delle antiche Pompei ed Ercolano. Il turista, che in questo caso diventa attore del percorso narrativo da lui stesso scelto, viaggia lungo i secoli accompagnato dalla ricostruzione minuziosa di scene della vita quotidiana. Così avrete la possibilità di vedere il Foro, cuore commerciale e culturale dell’antica Pompei. La Casa del Fauno, una delle più importanti dimore signorili di epoca romana a noi pervenuteci. Le Terme centrali luogo di incontro e relax, tutto questo grazie alle più moderne tecnologie nel campo della realtà aumentata. 

La Campania trova nell’innovazione digitale uno strumento efficace per dare nuova spinta ad un settore, quello museale, che ha bisogno di guardare al futuro per andare incontro alle aspettative di turisti sempre più esigenti. In questa nuova prospettiva la visita a siti storici unici al mondo è ancora di più capace di meravigliare e divertire. 

Di certo in alcuni ambiti tutto questo non è affatto una novità, perché già da tempo le potenzialità della realtà aumentata sono state impiegate con efficacia per sviluppare ambienti con cui l’utente può interagire.

Il settore del gaming è quello che più di tutti ha sviluppato una passione naturale per questo tipo di innovazioni. Piattaforme online come PokerStars Casino hanno offerto ai loro giocatori ambienti immersivi in cui interagire dal vivo con persone e croupier reali. Sempre in ambito ludico ricordiamo il progetto tutto italiano di Magnetique. Si tratta del primo fumetto al mondo in realtà virtuale, una graphic novel capace di calare il lettore o navigatore nel mondo di Cyan: inventato da Fabio Corrirossi e illustrato da Emilio Pilliu. 

Se ci allontaniamo dal territorio del gaming, che come abbiamo detto ha saputo cogliere fin dall’inizio le potenzialità del virtuale, incontriamo nel sud Italia esempi efficaci di narrazioni immersive come quello realizzato dal National Geographic a Matera. La ricostruzione in 3d della Chiesa rupestre della Madonna delle Croci permette di accedere con un semplice dispositivo VR a questa testimonianza unica dell’arte bizantina, comodamente seduti sul vostro divano.

Per tornare alla realtà campana vediamo all’opera start up tutt’altro che virtuali, ma ben radicate nel territorio e capaci di produrre progetti innovativi di alto valore culturale.

Youbiquo, con sede a Cava de’ Tirreni ha creato l’app History 4.0 che permette a chi la scarica di personalizzare i propri itinerari storici interagendo e giocando con le opere che stiamo ammirando. Attraverso appTripper, invece, possiamo scegliere il percorso culturale da seguire in base al nostro stato d’animo. Malinconici, tristi, felici, allegri: sarà l’app a consigliarvi cosa visitare nella zona in cui vi trovate. 

A Palazzo San Teodoro, nel quartiere Chiaia di Napoli, hanno scelto le potenzialità della realtà virtuale per offrire ai propri visitatori un viaggio unico nella storia della città partenopea. La ricostruzione minuziosa dei quartieri Chiaia e Real Villa all’epoca borbonica, accompagnati da un simposio musicale con il quale il turista può interagire con un semplice tocco, virtuale ovviamente.


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