A settembre ci sarà la sentenza sul traffico di droga tra Pagani e Torre Annunziata. Le seduta dinanzi al gip del tribunale di Salerno è stata fissata per il giorno 12. Ben 56 le persone coinvolte nel procedimento denominato “Delizia, che saranno giudicate tutte con il rito dell’abbrevato. L'operazione fu conclusa dai carabinieri del Comando Provinciale di Salerno lo scorso settembre.

Tra queste spicca anche il nome di Valentino Gionta, nipote e omonimo dello storico boss, che era finito in manette nel corso dell’operazione assieme Giacomo De Risi. Quest’ultimo ha affermato la sua responsabilità di responsabile della piazza di spaccio che si riforniva anche a Torre Annunziata. Dinanzi al gup di Salerno ha annunciato di aver nominato Giuseppe Della Monica come avvocato difensore, con quest’ultimo che si è riservato sulla decisione.

La vicenda fece molto scalpore per le modalità con cui la droga veniva trasportata. Era un’ambulanza a portare lo stupefacente a destinazione, in tempo di lockdown. L’autista fu individuato in Vincenzo Oro, che si travestiva da infermiere per cercare di destare ogni sospetto.

L’ASSE DE RISI-GIONTA. L’incontro per sancire il rifornimento di cocaina per l’Agro era stato suggellato a Pagani presso il bar “Happening”. Il summit riguardava in particolar modo un accordo esclusivo per la fornitura che il clan di Torre Annunziata avrebbe dovuto concordare con De Risi. Come scoperto dai carabinieri, tramite varie intercettazioni ambientali, il nipote di Valentino avrebbe garantito un chilo di ‘bianca’, nel caso in cui i pagamenti sarebbero stati regolari. A prenderlo sarebbe stato una pedina di fiducia di De Risi. Quest’ultimo era affascinato dal potere che GIonta aveva a Torre Annunziata tanto da dire “Quello comandata tutto lui”.

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