Un rito diffuso ormai de anni e che ha visto la città di Napoli come apripista per quello che riguarda la diffusione di questa bevanda, oggi la più consumata dagli italiani. La nostra è più che mai la patria del caffè, in Italia ogni cittadino spende mediamente 260 euro l’anno per 4 tazzine circa al giorno

Ma quando si parla di caffè nel nostro paese, è Napoli la realtà territoriale che viene subito in mente; da sempre la città partenopea è la culla di questa preziosa bevanda, l’oro nero come viene definito da molti. Due realtà che sono legate tra di loro a doppio filo e che in questa unione hanno generato un vero e proprio rito.

Per i napoletani non è una semplice bevanda da consumarsi di prima mattina, magari per trarre energia utile durante tutto il resto della giornata. Si sta parlando di un vero e proprio culto che ha dato il via ad una tradizione. E si parla qui di diverse impostazioni perché il caffè napoletano può essere gustato sia a casa, con la moka tradizionale che ogni napoletano possiede (ultimamente si è diffuso anche il ricorso a macchine da caffè moderne, quelle che usano cialde o capsule); che nella modalità forse più apprezzata, quella del bar, che prevede l’uso della tazzina più adatta in ceramica e l’impiego della macchina da caffè per bar che garantisce di ottenere il tradizionale espresso cremoso.

Un approccio totalmente differente che implica anche la possibilità di degustare questa preziosa bevanda in compagnia di qualcuno, magari anche lasciano il famoso caffè sospeso, già pagato, per chi entrerà nel bar dopo di noi. Tradizioni quindi, dalle quali si capisce come il caffè a Napoli sia un vero e proprio rituale da secoli.
Andando a ritroso nel tempo, le origini di questo rito vengono idealmente datate ad inizi del 1700 quando fu imposto nella cultura locale da re Ferdinando di Borbone. È del secolo successivo, quindi nel 1800, l’invenzione della tradizionale macchina da caffè casalinga napoletana, nota come cuccumella, che si presentava coma une naturale evoluzione di quello che era il meccanismo fino ad allora utilizzato, ovvero il metodo di infusione mutuato dal mondo turco.

Oggi ci sono tanti modo di preparare il caffè, ma il segreto della bontà del vero espresso napoletano, quello che tutti credono di conoscere, resta un mistero. Per quanto semplice possa sembrare dal di fuori, preparare un espresso con i fiocchi è impresa per pochi. Ed oggi sono molteplici anche i modi di preparare questa preziosa bevanda, tante declinazioni che nel tempo hanno preso il largo nelle abitudini degli utenti.

Da qualunque parte si voglia vedere la vicenda, ciò che è certo è che la tazzulella ‘e cafè è un qualcosa di profondamente radicato nella cultura napoletana da secoli e che mai potrà essere estirpato. Un’usanza che viaggia di pari passo con il folklore della città partenopea, da sempre epicentro di usanze di varia natura che si diffondono poi in tutto il resto del paese.

 

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