“I reperti del Museo dell’Identità non lasceranno Torre Annunziata”. Il commissario straordinario Enrico Caterino ha così chiuso la polemica degli ultimi giorni. Dopo la decisione di chiudere il sito all’interno di Palazzo Criscuolo, il prefetto ha deciso di chiarire la situazione nel corso dell’incontro che si è avuto con la stanza all’interno della casa comunale di via Schiti.

“La nostra idea e quella delle associazioni è quella di potenziare l’aspetto culturale della città. Quel Museo è una struttura che ha bisogno degli interventi –ha affermato Caterino- C’è un problema di come devono essere conservati i reperti. E attualmente non si trovano in un luogo ideale. Palazzo Criscuolo ha bisogno di un restyling importante e i lavori sono incompatibili con la loro permanenza. Abbiamo preso contatto con il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel per trovare assieme la soluzione migliore per la loro ubicazione. La nostra idea sarebbe quella di trasferirli all’interno degli Scavi di Oplonti, per una vera e propria mostra a cielo aperto”.

Caterino ha spiegato qual è stato uno dei motivi che ha portato alla decisione tanto discussa, aprendo alla soluzione più accreditata. “Il Museo dell’Identità costa all’Ente circa 90mila euro all’anno e noi da amministratori dobbiamo anche abbattere le spese. Con quei fondi possiamo migliorare l’offerta culturale, magari investendo sul sito degli Scavi di Oplonti per renderli più attrattivi. Poi servere anche dare più dignità a questi reperti che non si trovavano in un vero museo. Era più una mostra temporanea. Non c’è un parcheggio per i visitatori, né un’entrata come si deve. Ma voglio sottolineare ancora una volta che non andranno via da Torre Annunziata. Anzi proveremo a far rientrare anche i reperti che non sono più tornati”.

Infine il commissario ha parlato delle opere che si vogliono mettere in campo. “Per il futuro museo della città di Torre Annunziata c’è già in itinere un progetto all’interno dell’area dello Spolettificio. C’è un protocollo d’Intesa con il Ministero della Difesa per l’utilizzo di quell’area. Non è vero che non stiamo dando priorità alla cultura. Speravo solo che da parte delle associazioni ci fosse un atteggiamento più collaborativo”.

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