Nella globale inchiesta che ieri ha portato a smantellare le piazze di spaccio di Largo Grazie, Largo Genzano e del Parco Apeca a Torre Annunziata, tutte gestite dal clan Gionta, spuntano due nomi eccellenti: quelli di Ciro Marciano, al secolo Tony, il neomelodico napoletano arrestato nel primo blitz del 4 luglio 2012 (per il quale si è proceduto separatamente) e del figlio Francesco. Per lui, invece, le manette ai polsi sono scattate due anni e mezzo dopo. 

Secondo il GIP del Tribunale di Napoli sarebbe stato proprio il famoso neomelodico, celebre il suo successo dell'86 con "Io sono meridionale", a guidare il  figlio 27enne e suo nipote Luigi Ercolano (26) nell'attività di spaccio al 'minuto' di marijuana. Qualcosa, però, a volte non andava secondo i piani.

Lo si evince da un'intercettazione telefonica, finita nella corposa ordinanza di 177 pagine firmata dal Giudice Primavera del Tribunale di Napoli. Tutto è pronto per incontrare l'acquirente. Il neomelodico al figlio: "tra cinque minuti stai affacciato al balcone". Il giovane Francesco, al contrario, ordina l'alt al papà: "Non lo fare venire proprio, c'è un macello di guardie, non lo fare venire proprio". Ordine prontamente ricevuto, tant'è che Tony risponde subito "va bene, ciao" e butta giù.

in foto il cantante Tony Marciano al momento dell'arresto 

 

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