L’origine e i primi anni della formazione politica di Enrico Berlinguer sono stati ricordati nel libro scritto a quattro mani da Andrea De Simone politico, blogger, giornalista e Tonino Scala scrittore, sceneggiatore, politico e giornalista nel volume “Il Giovane Enrico”, presentato nella sede di Libera Portici Collegamento contro le Camorre, con l’intervento di Leandro Limoccia presidente di Libera.

Il libro racconta il primo periodo della vita giovanile  di  Enrico Berlinguer negli anni  1943 e 44 quando aveva  solo 22 anni  e in  cui   andarono  prendendo  forma le idee  e maturarono le sue convinzioni politiche e le scelte di vita  che lo guidarono fino a diventare l’importante politico che fu.

Il volume rappresenta uno dei tanti omaggi resi non solo al  politico, al leader,  ma  soprattutto all’uomo , e quale giovane brillante , alla sua visione della politica nuova e diversa più vicina alle persone ai loro bisogni quali erano verso la fine della seconda guerra mondiale e descrive  la difficile vita nella sua città Sassari  al tempo della occupazione nazista e della ancora viva e  dispotica azione del regime fascista e dei suoi sostenitori .

Un volume scritto in maniera semplice e fluente che si sviluppa come un vero e proprio romanzo gradevole da leggere tutto d’un fiato per giungere alla conclusione. Profonde e puntuali le descrizioni degli stati d’animo del giovane protagonista di fronte agli eventi difficili del tempo , della  vita stentata  e affamata  della popolazione  ridotta alla miseria in condizioni di vita intollerabili ,delle prime riunioni segrete per l’organizzazione del partito  di cui divenne animatore parlando direttamente alle persone  con chiarezza e pacatezza  e professando le sue teorie scaturite dallo studio del marxismo  che considerava giuste  e da  cui scaturirono le  scintille   rivoluzionarie che condussero  alle rivolte contro i poteri dello stato.

Fu allora che il giovane Berlinguer pur proveniente da una famiglia agiata fece le sue scelte di vita e di impegno verso le classi meno abbienti determinate anche da alcuni eventi importanti della sua vita in quel periodo quali: l’adesione al PCI , i “Moti del Pane “ che lo videro elemento di spicco e  incarcerato, e l’incontro con  Palmiro Togliatti a Salerno.

Il libro ha avuto bisogno di una lunga attenta e faticosa ricerca da parte degli autori  per la precisa e puntuale ricostruzione storica dei fatti,   per fornire la memoria di vicende di ciò che è stato e per non  lasciarle  cadere nell’oblio definitivo.

Emerge che Berlinguer è ancora oggi una figura che appassiona, incuriosisce ed emoziona e aveva un’anima che se pur ferita dagli eventi non si  piegò e che così  rifletteva: “ In fondo cos’è la vita senza un  ideale  senza la lotta per qualcosa  di più grande di noi stessi?”. Dopo i fatti accaduti in quegli anni, Berlinguer sentiva che una nuova alba stava  illuminando l’Italia   ma anche il suo spirito, (scrivono gli autori), e lui fu pronto ad affrontarla con la consapevolezza che la sua scelta non era solo giusta  ma necessaria per cambiare  il corso della storia.

E  così , per Enrico Berlinguer nacquero nuove sfide e responsabilità    che  egli affrontò  nella concezione che il partito doveva essere pronto  non per una rivoluzione armata ma per conquistare il cuore e la mente del popolo. Intraprese quindi un cammino che lo avrebbe portato lontano da Sassari, verso un’Italia da ricostruire . La macchina della storia era in moto e lui ne era parte integrante. Il futuro lo chiamava e lui era pronto a rispondere: “Sono orgoglioso di essere rimasto fedele ai miei ideali di gioventù”.

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