“Torre Annunziata si svegli” esorta don Mimmo Battaglia. L’Arcivescovo è ritornato in città per officiare la messa per Antonio Morione, dopo quella per Maurizio Cerrato della scorsa primavera. Il 2021 è stato un anno di sangue e lacrime, da mettersi alle spalle ma da non dimenticare, così come non si dimenticano tanti altri anni che abbiamo attraversato, con tanti altri morti innocenti. Troppi per una città dove anche la Madonna della Neve sembra aver raffreddato il suo cuore.

Ma Torre ha reagito? Si è svegliata? No, don Mimmo, Torre si è solo agitata nel sonno, ha sudato freddo, ha avuto incubi, ma non si è svegliata. Dorme o forse è in coma profondo. L’impressione ricavata in questi ultimi anni è che i vivi, i cittadini più vivi, sono proprio i morti per mano criminale. Sono vivi perché ci sono i loro familiari e un nutrito gruppo di sognatori, persone perbene e impegnate in associazioni, che continuano a ricordarli e a conservare la memoria della loro storia. E gli altri? Una massa, eterogenea, di gente che bada ai fatti suoi, assente dalla vita della città, dagli eventi e dalle chiamate alla partecipazione. Non sono pochi, sono una maggioranza che racchiude l’anima borghese e quella popolare, da nord a sud della città.

Alcuni costruiscono bombe, estorcono e fanno saltare saracinesche, altri si armano di coltello e massacrano un padre di famiglia per un posto auto, altri si muniscono di pistola e cercano soldi in una pescheria, sostituendo il suono delle novene con una marcia funebre.  E tutti gli altri cosa fanno? Altri seguono la logica del branco e del capobranco che gli lancia carne umana in cambio del consenso per la leadership.

“Torre Annunziata si svegli”: magari avvenisse il miracolo don Mimmo, magari, ma questa città è ormai un caso nazionale. Ha una classe politica mediocre eletta da altrettanti cittadini con pessima cittadinanza attiva. Gli elettori? Parliamone: i peggiori sono quelli che danno la delega in bianco, peggio ancora lo sono quelli che delegano “in cambio di”. Manca un grande spirito corale che può ritrovarsi solo con una leadership di altissimo spessore accompagnata da un consiglio comunale all’altezza del compito. Per fare cosa? La città deve ritrovare la strada della rinascita partendo dal recupero e dalla ricostruzione dei suoi quartieri storici, primo il quartiere Carceri, fino ad arrivare al waterfront e al lungomare delle Sette Scogliere.

Il recupero della bellezza dei luoghi è lavoro, economia in movimento. Lavoro onesto, piuttosto che sangue e carne umana. I partiti, che tra pochi mesi si affronteranno alle elezioni comunali, posino l’ascia di guerra e lancino un grande patto per Torre Annunziata. La nostra città è diventata oramai un’emergenza nazionale, e non solo per i morti ammazzati. Abbiamo un altro tristissimo primato, che fa meno rumore delle pallottole. Torre Annunziata è la città con il più alto tasso di dispersione scolastica in Italia. Un dato di cui nessuno parla abbastanza, un dramma che tra qualche anno ci porterà a confrontarci con una nuova generazione di criminali. Avremo altri clan emergenti, altri pericolosi cani sciolti pronti ad azzannare la brava gente. Il modo migliore per onorare per sempre la memoria delle tante vittime innocenti, da Antonio Morione all’indietro fino a Luigi Staiano, è quello di fermare all’anno 2021 il lungo elenco di vittime innocenti.

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