Chi l’ha detto che i fantasmi fanno paura? A volte, magari nel calcio, i fantasmi possono invece essere importanti, utili e magari anche preziosi.

Ne aleggiava uno nell’Ucraina di ieri: quello di un signore con la barba e con le scarpette allacciate al collo. Reduce dalla pesca dei Dorados, in rotta di collisione con il suo presidente (Ferlaino, vi ricorda qualcosa?) e che si fece eliminare da quella che nel 1990 si chiamava Coppa dei Campioni. Si era a Mosca, capitale dell’Urss. Martedì, invece, a Kiev il Napoli di Sarri (il bancario che odia il doppiopetto e preferisce tute eleganti come quella indossata all’Olimpico) ha allontanato quei fantasmi. Vincendo con fatica, soffrendo e riscoprendo ancora una volta la magia di un collettivo capace di non lasciarsi andare sotto le pressioni degli ucraini dai cognomi impronunciabili.

Ma non era l’unico fantasma quello di martedì a Kiev. Nello stesso stadio e nella stessa porta in cui Gonzalo Higuain provò a colpire in tutti i modi il portiere del Dnipro, Arkadius (ma qualcuno lo chiama già Armadius) Milik ha regalato due perle di testa che hanno consentito di incassare i primi tre punti in un girone equilibrato. Non proibitivo, ma nemmeno un torneo di eccellenza regionale come a forza qualcuno si affanna a descriverlo. Il fantasma del bomber argentino è ancora lì. Lo si avverte dalle parole di Reina (non ci sono prime donne ha detto il portiere spagnolo), dalle domande dei cronisti (ti senti il nuovo Higuain hanno chiesto al polacco solo per la 200esima volta) dalla voglia matta di tifosi avversari di vedere cadere un Napoli sbeffeggiato dalla Juve in sede di mercato.

Invece no: la banda Sarri i fantasmi li va a battere nei loro manieri, li sfida e quando riesce li batte. Ora c’è il Bologna: Donadoni e quelle sfide che al Dall’Ara sono sempre state una battaglia al calor bianco (ricordate Di Vaio che ci buttò fuori dalla zona Champions?).

Si gioca al San Paolo. Si gioca di sabato sera. E di sera i fantasmi tornano sempre.

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