Trasformare la città in una vera e propria comunità educante, dove l’azione formativa non sia compito esclusivo della scuola, ma impegno condiviso da tutta la collettività. È questa la proposta lanciata dal Partito Democratico di Torre Annunziata, che individua nell’educazione diffusa e partecipata la chiave per contrastare povertà educativa, dispersione scolastica e fragilità sociali.

“In un territorio segnato da disuguaglianze e difficoltà – spiegano dal Pd – serve una comunità capace di prendersi cura dei più giovani e di generare spazi formativi, relazionali e culturali in ogni angolo della città”. Per farlo, il progetto prevede un’alleanza stabile tra scuole, famiglie, associazioni, parrocchie, operatori culturali, sportivi, sociali e sanitari.

L’obiettivo è riconoscere e valorizzare tutti i luoghi che favoriscono l’apprendimento e la crescita: parchi, biblioteche, centri sportivi, oratori, laboratori di quartiere e spazi creativi, considerandoli a tutti gli effetti presìdi educativi e culturali. Un percorso che punta a mettere al centro cittadinanza attiva, legalità, solidarietà e partecipazione.

Il Pd propone la creazione di un Patto Educativo di Comunità tra Comune, scuole, famiglie, parrocchie e terzo settore, strumento già promosso dal Ministero dell’Istruzione e in uso in diverse città italiane. La sua attuazione passerebbe per la nascita di un Tavolo Permanente dell’Educazione, la mappatura delle risorse educative esistenti, l’istituzione di un Ufficio Educazione e Partecipazione in Comune e l’avvio di progetti-pilota nei quartieri più fragili.

La proposta si ispira a esperienze nazionali e principi costituzionali, puntando a intercettare fondi regionali, statali ed europei, compresi PNRR e FSE+, per finanziare interventi mirati. “Ogni bambino che cresce con opportunità, ogni ragazzo che trova uno spazio dove esprimersi, ogni adolescente ascoltato e accompagnato – sottolineano i dem – è una vittoria per tutta la città”.

Per il Pd, l’educazione è il principale investimento per il futuro: “Non possiamo arrenderci all’esistente, ma dobbiamo seminare speranze e costruire una comunità più capace di includere, guardando soprattutto alle nuove generazioni”.

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