"Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!!! Ma te lo chiedi?".

Il 25 maggio scorso Alessandro Impagnatiello scrive risentito a Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta di sette mesi, che ha ucciso due giorni dopo, e di cui ha fatto credere a tutti la scomparsa anche inviandole messaggi sul cellulare. L'ultimo in cui la supplica di tornare è del 31 maggio, poche ore prima de suo arresto: "Tata, batti un colpo".

I messaggi WhatsApp agli atti dell'indagine testimoniano che la loro relazione era arrivata al capolinea. Da quando ha saputo che lui l'ha tradita Giulia non si fida più e lo vuole lasciare. "Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso - gli dice venerdì della scorsa settimana -. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare. Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta". Una decisione che lui, invece, rifiuta: "E vuoi trovare tranquillità mettendomi da parte???", chiede. Lei allora ribatte di non volerne più sapere di lui come "compagno". Così da non doversi più aspettare "nulla e trovare la mia pace. Condividiamo una casa - aggiunge - finché sarà necessario. Importante che tu sia un buon padre. Io penso a me, tranquillo". Frasi queste a cui il barman replica rimproverando la compagna: "ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia?!? Dimmelo!". Lei risponde: "Non mi sembra normale far arrivare invece una persona a questo limite dopo aver ripetuto 1.000 volte la stessa cosa. Ho avvisato e stra avvisato più volte, nessuno mi ha mai ascoltata, sempre tutto un'eterna lotta". La 29enne non ce la fa più a sopportare: "non voglio più combattere - prosegue - e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata. Non ho fiducia in te e non ne avrò mai. Ormai il vaso è rotto. Ed io non voglio sistemarlo".

Impagnatiello risponde quasi piccato: "Non ti fa per nulla onore parlare così, per niente proprio". Giulia, a cui lui lo scorso gennaio aveva detto di avere una relazione con un'altra e probabilmente anche che l'aveva chiusa, vuole gettare la spugna. Non gli crede e ha motivi di sospettare come dimostrano i messaggio del 9 maggio precedente: una discussione in cui lei gli chiede conto di un rossetto, poi scoprirà che era il Labello dell'amante, trovato nella sua auto e di una cassa di bottiglie d'acqua spostata dal sedile a fianco del guidatore a quello posteriore. "Non è salito nessuno nella mia macchina. Nessuno. Non ho minimamente idea Giuliet", assicura Alessandro. "E quindi come lo giustifico io sto rossetto da donna?". Lui: "Non ho giustifiche non so proprio cosa dire baby! Giuro!". Inquietanti sono i messaggi che Alessandro invia a Giulia dopo averla uccisa per depistare le indagini come quello di mercoledì scorso: "ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così mia mamma piange, mio fratello e Luciano pure, ti prego. Siamo al 4 giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico". Poche ore dopo la confessione dell'omicidio.

La festa patronale si Sant’Antimo, abbondantemente ridimensionata, potrebbe essere addirittura cancellata nelle prossime ore, secondo quanto riferisce don Salvatore Coviello, il parroco di Sant'Antimo che la povera Giulia Tramontano, l'ha battezzata e vista crescere.

Don Salvatore non ha dubbi ed esprime il suo convincimento con nettezza: "possiamo dire di essere umani? Non lo so. La violenza non dovrebbe essere degli uomini. E poi, in questo caso ancor di più. La legge non lo riconosce ma diciamolo senza mezzi termini, questo è un duplice omicidio. Quello di Giulia e di un bambino, Thiago di una vita che esisteva e che è stata stroncata insieme con la madre".


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