Una ragazzina si appresta a prendere decisioni decisive per la sua vita da adulta, un ingresso su cui la madre ha decisamente voce in capitolo: tutto è meticolosamente organizzato, sistemato, finanche previsto. L’animazione sa di doversi rivolgere un po’ a tutti, non di rado con particolare predilezione per i più piccoli, perciò una primissima parte in cui ci viene introdotto il mondo in cui vive la ragazzina, fatto di strade a griglia, con traffico decisamente controllato, case tutte le stesse, nulla fuori posto.

È per l’appunto quel mondo adulto, efficiente all’inverosimile, a cui è precluso l’essenziale, «perché sfugge alla vista». Ambizione non da poco quella di trasporreIl piccolo principe, sebbene in epoca di post-remake, prequel e sequel, si opta velatamente per quest’ultima soluzione: il film di Osborne non è infatti una trasposizione vera e propria, bensì un film che si ispira al celeberrimo libro di Antoine de Saint-Exupéry. Il che, per certi versi, è pure più rischioso...(da Cineblog Antonio Maria Abate)

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