Si conclude oggi la giornata in memoria delle vittime di camorra di Torre Annunziata. Per l’occasione i “ragazzi protagonisti” di tutte le scuole superiori del territorio, dopo i dibattiti e le riflessioni della settimana, si sono riuniti al liceo artistico De Chirico per continuare la discussione “il pizzo fa schifo”. “Una comunità è tale se ha la capacità di condividere non solo le gioie ma anche le sofferenze – ha affermato il sindaco Giosuè Starita – Il nostro territorio può crescere se non ci sono vincoli di omertà, per questo bisogna puntare sulla cultura”.

Durante l’incontro una giovane giuria di studenti ha premiato le opere artistiche e i lavori letterari che narrano con sentimento le sensazioni che i ragazzi provano riflettendo sul pizzo e sulla violenza della camorra. Dipinti e poesie hanno toccato il pubblico dei presenti. Ai vincitori, l’uno dell’opera artistica l’altro dell’opera letteraria, è stata data una targa di riconoscimento.

“Il punto di vista spontaneo dei giovani dovrebbe far riflettere noi adulti – ha detto l’ex Procuratore di Torre Annunziata, Diego Marmo – perché, forse, siamo i primi a non rispettare le regole”. Che cosa è cambiato dalla morte di Raffaele Pastore fino ad oggi? È questo l’interrogativo posto da Beatrice Federico Pastore, moglie del commerciante ucciso dalla camorra per essersi rifiutato di pagare il pizzo: “Vorrei che l’esempio di Lello fosse ricordato per un comportamento più saggio da parte di tutti noi”, ha concluso.

Intenso anche l’intervento del comandante dei carabinieri Andrea Rapone che, in linea con lo scopo del progetto, ha coinvolto i ragazzi in un dibattito a botta e risposta spiegando il fenomeno dell’estorsione dal punto di vista penale.

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