TORRE ANNUNZIATA. “In Campania ci sono 15mila immobili sequestrati alle mafie: valgono 2miliardi di euro, ma non fruttano. La legge non funziona e giovedì, in audizione al Senato, presenterò la mia idea di riforma”. Ad annunciarlo oggi agli studenti di Torre Annunziata, “la città di Villa Gomorra”, è stato il pm antimafia Catello Maresca, che con le sue indagini provocò l’arresto nel 2011 del boss di camorra Michele Zagaria, alias “Capastorta”. Il magistrato (43 anni), da undici alla Dda di Napoli, ha presentato ai liceali il suo ultimo libro: “Male Capitale. La misera ricchezza del clan dei Casalesi”. Catello Maresca lo ha fatto nella città dalla quale è partito, nel 2004, con le prime inchieste sui reati finanziari. “Il libro? Dissacrante – ha spiegato il pm - scritto per spiegare a mio figlio dodicenne e a tutti i giovani l’inganno della camorra”.

LA RIFORMA. Per il pm, la legge “Latorre” sui beni sequestrati alla criminalità organizzata “è anacronistica, tra il sequestro e la confisca anche di aziende trascorrono non meno di dieci anni. Vecchio è pure il riferimento alla destinazione ad uso sociale. Che significa? L’immobile andrebbe subito venduto per fare cassa, evitandone il deprezzamento. Il camorrista lo ricompra? Bene – ha concluso Maresca – vuol dire che lo si sequestra una seconda volta”. Questo il progetto che il magistrato, insieme ad un gruppo di studio composto da professori universitari, sottoporrà all’esame del Senato giovedì prossimo: “Non ce l’ho con Libera, ma ho sempre creduto che trasformare il volontariato in professione anti-camorra sia un errore”.

IL RIFERIMENTO A VILLA ‘SAVASTANO’. L’intervento di Maresca è ancorato al territorio: a Torre Annunziata, la città della faida di camorra tra i Gionta ed i Gallo-Cavalieri: “venendo qui – ha spiegato agli studenti – ho pensato che a pochi metri c’è la villa di Gomorra, quella del boss Gallo con i bagni d’oro e la piscina. Riflettete sull’inganno della camorra. La criminalità ha tanti soldi, ma li porta fuori. Usciti da quei bagni c’è la miseria”.

Tra gli ospiti del dibattito, moderato dal giornalista Raffaele Schettino, il legale Michele Riggi, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata: “nella mia carriera, durante i colloqui in carcere, ho incontrato diversi camorristi impauriti. La speranza non la perdo, a volte anche loro riflettono sugli errori commessi. Due settimane fa, a Secondigliano, un papà in cella per mafia mi ha mostrato la foto del figlio: è un ricercatore dell'Università di Bruxelles. Quel figlio è il suo motivo di riscatto”.  


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