Un giudizio di condanna politica. Lorenzo Diana è tornato a Torre Annunziata pochi giorni dopo l’uscita delle motivazioni dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della camorra. Il parlamentare è stato per cinque mesi il vice di Vincenzo Ascione. Poi ha gettato la spugna dopo essersi reso conto che non aveva spazio per portare avanti le sue idee di cambiamento. Il suo nome è comparso nelle 55 pagine pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Diana lamentava i rapporti con l’Utc, finito nella bufera dopo l’arresto per corruzione di Nunzio Ariano, e l’impossibilità nel portare in Assise il nuovo piano anticorruzione.

Intervenuto all’iniziativa promossa dal Comitato di Liberazione dalla camorra e dal malaffare Area Sud di Napoli intitolato “A trent'anni dalle stragi mafiose di Capaci e di via d'Amelio e dal primo scioglimento del Comune di Torre Annunziata per infiltrazioni mafiose: A che punto è la lotta alle mafie?”, Diana ha così parlato ai nostri microfoni.

“Avevo toccato con mano una realtà che non convinceva. Chiesi una svolta che non fu accettata dal sindaco e dagli altri. In me cresceva l’inquietudine, soprattutto dopo l’omicidio di Maurizio Cerrato, per non aver organizzato un consiglio comunale aperto alla città. Avvenne solo dopo 20 giorni in un evento alla chiesa della Madonna del Carmine assieme a don Tonino Palmese e all’assessore regionale Morcone. Non comprendevo perché non ci fosse una reazione verso l’Utc. Poi capì che ci fosse una corresponsabilità netta nella gestione delle gare d’appalto. Scoprii che venivano svolti affidamenti senza certificati antimafia. Quel quadro mi destò molta preoccupazione.Al di là della relazione dei commissari, io esprimo un giudizio politico di condanna. Non si può pensare di portare Torre Annunziata avanti così. C’era un accettazione di connivenza della camorra. Questo ha portato all’offesa di una città, sciolta per la seconda volta. Stiamo parlando del terzo porto della regione, un luogo che può aspirare a molto”:

Il senatore ha lanciato il suo messaggio in vista del periodo di commissariamento che durerà 18 mesi. “La città porti in campo una nuova classe dirigente e cogliere questa due anni per una riflessione che porti a emergere il meglio. Ci sono forze che sono rimaste a guardare e che potranno allontanare la continuità del passato. Non era possibile non accorgersi cosa stava accadendo alla città. Non ho mai capito come Ascione e Ammendola non accorgersi della gestione illecita dell’Utc o in altri uffici. O c’è stata incapacità o omissione”.

Infine il monito. “I commissari non possono fare miracoli, c’è bisogno di una reazione della società civile. E’ stato possibile, ad esempio a Casal di Principe, e non vedo perché non possa accadere al comune di Torre Annunziata”.

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