“I bisognosi sono numerosi, ma il Santuario non conosce più la Carità”. E’ l’accusa lanciato dai docenti e dal personale delle scuole medie e superiori dell’Istituto Bartolo Longo di Pompei, contro la decisione del Vescovato di non formare, per il prossimo anno scolastico, alcune classi, con un probabile ridimensionamento del personale ma, soprattutto, venendo meno lo spirito caritatevole con il quale il Beato fondò l’Istituto. Per affrontare la vicenda i dipendenti si sono formati in un Comitato che punta a salvaguardare le opere di Bartolo Longo.

“L’amministrazione del Santuario – accusano dal Comitato - dopo aver chiuso quasi tutte le Opere Caritative volute dal Beato tra cui la scuola media femminile, il seminario e il laboratorio di falegnameria, colpisce ora la scuola media ed i due istituti scolastici superiori. E’ stata ridotta a numeri minimi l’accoglienza ai ragazzi bisognosi”.

SCUOLA DA TAGLIARE

Le scuole oggetto del “taglio” sarebbero la scuola secondaria di I grado, la sezione manutenzione e assistenza dell’Istituto Professionale e, infine, la sezione servizi socio assistenziali. Tutti e tre gli istituti sono formati da una sola sezione. Non formando più le prime classi, gli istituti andranno a scomparire, mano a mano che gli alunni completeranno il proprio ciclo di studi. “Lo scorso 12 dicembre – continuano i rappresentanti del personale -  l’amministrazione del Santuario ci comunicò la decisione di non formare le classi, se non avessero raggiunto almeno 25 iscritti per ogni prima. Una scelta – accusano i docenti - illegittima, visto che la normativa che regola la vita delle scuole paritarie indica in 8 il numero minimo per formare una classe. Due giorni fa, quando le richieste di iscrizioni erano meno di 25, ma comunque superiori ad 8 per classe, abbiamo saputo che il Vescovato ha dato mandato agli uffici di rispedire al mittente le richieste fino a quel momento giunte, comunicando alle famiglie l’impossibilità di formare le classi. Perché questa fretta nel chiudere subito le porte? In genere, verso la fine dell’anno scolastico poi, si iscrivono molti ragazzi bocciati in altri istituti”.

Rabbia e preoccupazione traspare dalle parole dei docenti e degli impiegati che hanno formato il Comitato “Difendiamo le Opere di Bartolo Longo”, presente anche sui social con una pagina Facebook. Rabbia anche perché non si spiegano, le tante insegnanti, docenti ed impiegati perché si sia arrivati ad un punto in cui una scuola della chiesa venga considerata come un’azienda, e come tale debba rispettare bilanci e costi. “Dal 2011 è in atto un disegno che sta portando gradualmente allo smantellamento dell’Istituzione, quando poi in Curia gli impiegati sono in sovrannumero e percepiscono anche la quattordicesima mensilità. Basterebbe evitare questo spreco negli uffici, dove spesso ci sono parenti vicini e lontani dei monsignori, per mantenere in vita le nostre scuole”.

LE OFFERTE DEI FEDELI

Quello che rende ancora più inspiegabile la decisione della Curia è che tutte le offerte dei fedeli dovrebbero essere destinate agli istituti scolastici, così come stabilito nel suo testamento da Bartolo Longo. Le migliaia e migliaia di euro che ogni anno arrivano dai fedeli, insieme alle rette mensili che pagano le famiglie degli alunni, dovrebbero essere più che sufficienti a coprire i costi. Perché quindi questa decisione così drastica e contro lo spirito caritatevole sul quale si basa la struttura?

COINCIDENZA CON LA VISITA DEL PAPA

La carità, il sostegno ai bisognosi, l’aiuto ai poveri è uno dei messaggi più forti che Papa Francesco lancia quasi ogni giorno. Messaggio che ha lanciato anche in occasione della recente visita a Pompei lo scorso 21 marzo. Non sono pochi i sospetti tra gli insegnanti e impiegati che animano il Comitato, circa la volontà di tenere tutto congelato, prima della visita del Santo Padre. “La questione è aperta da dicembre 2014 – afferma una insegnante - perché si sono attivati adesso per bloccare le iscrizioni? Hanno preferito prima far venire il Papa per evitare lo scandalo?

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