Il Savoia dei torresi. Non può che essere definita così l’esperienza più felice del calcio a Torre Annunziata. Un miracolo dietro l’altro per un gruppo di amici che nel giugno del 2010 decise di dire addio all’Atletico dei record, per ridare una speranza alla tifoseria.
Un gruppo di amici, che ha scritto pagine importanti nella storia dei bianchi. Numeri da capogiro per quella società che fece riaccendere nel giro di due anni la passione.
Dopo il tradimento di Mazzamauro, che ha portato il suo titolo a Giugliano, non si può non tornare con la mente indietro nel tempo. Era quello il Savoia che aveva tutti torresi come principali protagonisti. Pino Caiazzo lasciò subito lo scettro di presidente a Raffaele Verdezza. Pasquale Vitter, il pediatra con il vizio del pallone, era l’allenatore. E Aniello Langella, il direttore sportivo capace di grandissimi colpi di mercato. Assieme a loro un gruppo di dieci soci e uno staff tecnico autoctono con i vari Alfonso Pallonetto e Ciro Caiazzo a suonare sempre la carica.
Quel Savoia ripartì dalla Promozione. L’esordio fu da ricordare con i 4mila della prima in Coppa Italia contro l’Internapoli, risolta manco a dirlo da un torrese doc come il bomber Luca Balzano. Non fu comunque facile quella stagione, con il testa a testa con i cugini del Pompei. La svolta arrivò con un gol di Nino Guarro allo scadere, nel derby con i mariani sul viscido neutro di Poggomarino.
Da lì una cavalcata che trascinò i bianchi in Eccellenza.
Anche per il massimo campionato regionale venne costruita una rosa dall’animo torrese. Ai vari Nando Di Capua, Domenico Pallonetto e Nino Amoruso venne aggiunto anche il capitano Pasquale Ottobre.
Fu proprio lui a far esplodere i 6mila del Giraud nella magica notte della semifinale di coppa contro il Gladiator, di quel Lazzaro Luce che poi si innamorò di Torre Annunziata con il compianto ds Tonino Simonetti. Un’altra stagione da record per quel Savoia, che aveva nell’eterno Sasà Montaperto un attaccante capace di fare gol in qualunque momento.
Venne anche alzata al cielo la coppa Italia nel freddo del Partenio di Avellino, dover arrivò la B nell’era Moxedano, con una doppietta del difensore goleador Guarro che stese l’Agropoli. Poi anche qui un grande duello con il Gladiator vinto alla distanza. Una serie incredibile di partite spettacolari per il Savoia dei torresi che giunto in D dovette abdicare.
Con l’arrivo dell’avellinese Sergio Contino fu sempre più marginale l’apporto di Verdezza e soci, che avevano comunque mantenuto tutte le proprie promesse con la città. A conti fatti la migliore gestione del Savoia nell’ultimo decennio. Persone ‘normali’ che furono in grado di far emozionare un’intera città.
Il Savoia dei torresi. Non può che essere definita così l’esperienza più felice del calcio a Torre Annunziata. Un miracolo dietro l’altro per un gruppo di amici che nel giugno del 2010 decise di dire addio all’Atletico dei record, per ridare una speranza alla t...
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