Il "Savoia"al porto di Pozzuoli tra facce cupe e bocche cucite
Malinconia sconfinante all'imbarco per la trasferta di Ischia
16-01-2016 | di Raffaele Criscuolo
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“Gente di mare, gente che viene gente che va”. Una definizione che calza a pennello a questo Savoia – o come si voglia chiamarlo – perché per definizione chi per mare viaggia non ha radici, si affida ai venti ed alle correnti per raggiungere un porto sicuro, da dove ripartirà da li a poco.
Gli uomini di Sosa si sono imbarcati, fisicamente, per raggiungere Ischia (dal porto di Pozzuoli e non dal molo Beverello come scritto erroneamente in un primo momento) dove affronteranno il Real Forio, ma metaforicamente hanno intrapreso un viaggio molto più duro e difficile, navigando a vista, in cerca di un approdo accogliente. Oggi sarà Ischia ad accogliere lo “pseudo” Savoia, da domani Cercola – come da una settimana a questa parte – cittadina dell’entroterra napoletano priva di sbocco sul mare, ma mai dire mai, l’ineffabile Todisco potrebbe riuscire dove madre natura ha fallito, e dopo aver scippato i bianchi a Torre Annunziata proverà a dotare Cercola di uno scalo portuale, completando l’opera di esproprio.
Ironia a parte, l’immagine che lascia il Savoia sulla terra ferma nel momento in cui il traghetto ha preso il largo è di una malinconia sconfinata, una squadra costretta a vivere perennemente in trasferta, senza pubblico e senza stadio. Nel frattempo il Savoia va…ma dove?
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