Il provvedimento con il quale nel giugno 2021 è stato sciolto il Comune di Marano di Napoli "deve ritenersi pienamente legittimo, nel rispetto dei principi affermati dalla giurisprudenza". Così il Tar del Lazio nella sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dagli ex amministratori - con in testa l'ex sindaco Rodolfo Visconti - per contestare il decreto con il quale il Presidente della Repubblica ha disposto lo scioglimento del Comune per la presenza di fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.

Secondo i giudici, "la relazione prefettizia, poi recepita dal provvedimento di scioglimento, ha riportato una serie di vicende significative di una notevole interferenza nella gestione della cosa pubblica da parte di soggetti collegati alla locale criminalità organizzata"; e "le contestazioni contenute nel ricorso si palesano inidonee a confutare le valutazioni operate dall'Amministrazione". Da ciò il ritenere il provvedimento di scioglimento pienamente legittimo "essendo stata correttamente evidenziata la presenza di contatti ripetuti e collegati alle scelte gestorie dell'amministrazione comunale degli organi di vertice politico-amministrativo con soggetti appartenenti alla criminalità locale, e la completa inadeguatezza dello stesso vertice politicoamministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di verifica nei confronti della burocrazia e dei gestori di pubblici servizi del Comune".

Sulla base di tutte le circostanze esaminate e valutate, quindi, per il Tar "risulta esaustivamente argomentata, e ampiamente supportata dagli elementi emersi nel corso del procedimento, la valutazione della permeabilità dell'attività dell'ente rispetto a possibili ingerenze e pressioni da parte della criminalità organizzata specificamente individuata, senza che emerga alcun vizio logico o incongruità di tale valutazione".

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