Negli spazi di “Libera” di Portici, c’è stato il convegno con mostra fotografica e cinematografica sulla storia dell’accoglienza dei bambini di Napoli presso famiglie dell’Emilia e Romagna negli anni dal 1946 al 1954.

Nel bene confiscato alla camorra, una tre giorni in cui sono stati presentati documenti, saggi, raccontati eventi, esibite immagini e il volume “Il comitato per la salvezza dei bambini di Napoli 1946 – 1954”, realizzato da Giulia Buffardi, direttrice dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza appartenente al  numero speciale della rivista trimestrale di cultura “Infinitimondi”, diretta da Gianfranco Nappi.

E’ stata raccontata la storia degli oltre 10mila bambini napoletani, accolti in Emilia Romagna in uno slancio di solidarietà di quelle popolazioni per sottrarli alla strada e alla miseria di molte famiglie in conseguenza della guerra. Un’iniziativa che fu dovuta a un gruppo di intellettuali di sinistra e di altre formazioni democratiche, che fondarono il “Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli”, allo scopo di far vivere ai bambini una esperienza più adatta alla loro età, fuori della durezza del periodo post bellico.  Da quella esperienza straordinaria  nacquero relazioni che poi si sono consolidate nel tempo.

Numerosi gli interventi, accompagnati da commoventi fotografie, documenti e dalla proiezione di film contenenti immagini d’epoca e testimonianze di uomini e donne di oggi  allora  bambini “per non perdere la memoria e guardare al futuro”. 

“Una iniziativa –  ha spiegato Gianfranco Nappi, direttore editoriale della rivista -  che intende ricordare questa storia di ieri anche per far presente a tutti i nostri doveri di accoglienza di oggi. Noi che siamo andati in giro per il mondo come migranti e nel dopoguerra abbiamo avuto i bambini ospiti in Emilia e Romagna è giusto che ricordiamo e teniamo presente che abbiamo dei doveri di accoglienza verso chi è più sfortunato nel mondo. Abbiamo voluto mettere assieme queste due cose ricordare ieri per guardare meglio il presente”.

“Abbiamo accolto questa iniziativa – dichiara Leandro Limoccia Presidente di Libera Portici - perché questo    bene confiscato è simbolo della accoglienza e della tutela della dignità delle persone. Accogliere questa mostra dei bambini napoletani che sono andati in Emilia e Romagna negli anni dal 46 al 54 significa gettare un ponte coi fratelli migranti con le persone e con le vecchie e nuove povertà.  Quindi c’è un filo che lega questa mostra con l’accoglienza , con la denuncia,  con la condivisione e con la progettualità che mettiamo in campo come Libera e come Collegamento Contro le Camorre”.

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