Ciro Immobile e il suo rapporto con Torre Annunziata. Il bomber della Lazio è pronto a esordire con l’Italia domani sera contro la Turchia per il girone eliminatorio degli Europei.

Il giocatore oplontino ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair parlando anche della gioventù vissuta nella sua città natale. “Torre Annunziata è bella, ma non è facile. Vedevo cose che i bambini non dovrebbero vedere, ho visto amici perdere la libertà, o anche la vita, a causa di gravi errori commessi. Quali? Spaccio per esempio. Molti di loro hanno fatto soldi facili, tanti, vendendo cose che non dovevano vendere, o facendo cose che non dovevano fare. Farsi sedurre dalla tentazione? Non per quanto mi riguarda. Ho sempre cercato di avere amici migliori di me”.

Tanti i record raggiunti, e da raggiungere, per Immobile. Fondamentale è stata anche la figura del papà Antonio. “Lui ha sempre amato il calcio, avrebbe anche potuto forzarmi. È un grande intenditore, ha capito che avevo una dote. E invece non mi ha mai fatto sentire la pressione addosso. Ha sostenuto una passione che, anche se mi era stata trasmessa da lui, era profondamente mia. Ha avuto l’intelligenza di non dirmi mai che ero più bravo degli altri”.


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