Incostituzionale legge della Regione Campania: gli immobili abusivi, una volta entrati nel patrimonio dei comuni, devono essere demoliti e solo in via eccezionale, attraverso una valutazione caso per caso, possono essere conservati.

Alla luce di questo principio fondamentale del "governo del territorio", contenuto nel Testo unico sull'edilizia, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 140 depositata nella giornata di giovedì 5 luglio 2018, ha dichiarato incostituzionali le disposizioni della legge della Regione Campania n.19/2017 sulla conservazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio dei comuni, là dove consentivano ai comuni stessi di non demolire questi immobili - in particolare locandoli o alienandoli anche ai responsabili degli abusi - senza attenersi al principio fondamentale del Testo Unico sull'edilizia.

Secondo la Corte, infatti, il legislatore statale, "in considerazione della gravità del pregiudizio recato all'interesse pubblico" dagli abusi urbanistico-edilizi, ne ha imposto la rimozione - con il conseguente ripristino dell'ordinato assetto del territorio - "in modo uniforme in tutte le Regioni".

Quanto alla possibilità di locare o alienare gli immobili acquisiti al patrimonio comunale a seguito dell'inottemperanza all'ordine di demolizione - qualunque sia il soggetto destinatario (occupante per necessità oppure no) -, l'articolo 2 della legge Campania n. 19/2017 la rendeva un "esito normale", ma così facendo violava il principio fondamentale della demolizione nonché quello della conservazione, in via eccezionale, soltanto se, tenuto conto di tutte le circostanze del caso, vi sia uno specifico interesse pubblico prevalente rispetto al ripristino della conformità del territorio alla normativa urbanistico-edilizia, e sempre che la conservazione non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell'assetto idrogeologico.

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