Imprenditori in ginocchio a causa del Covid chiedono prestiti usurari: 5 arresti
Una delle persone coinvolte era addirittura incinta. Ricostruiti almeno dieci casi dai carabinieri
05-01-2021 | di Redazione
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Sono cinque le persone arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia di Sorrento. I militari dell’arma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torre Annunziata su richiesta della Procura.
A loro si aggiunge anche una sesta persona, che è stata colpita da obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutte sono gravemente indiziate di usura in concorso. Ha evitato il carcere solo una donna risultata incinta e che per tale ragione è stata sottoposta ai domiciliari.
Dei sei coinvolti, cinque sono di Vico Equense e uno è di Castellammare. Le indagini della sezione Operativa del Norm dei Carabinieri di Sorrento, e coordinate dalla procura di Torre Annunziata, hanno consentito di accertare 10 episodi di usura ai danni di 6 cittadini della penisola, quasi tutti titolari di imprese locali.
Torre del Greco, imprenditori nella morsa dell'usura: arrestato aguzzino
Per dieci anni ha sfruttato le difficoltà economiche delle vittime, prestiti di quasi 2 milioni di euro
Nel corso delle indagini, attraverso informazioni testimoniali, intercettazioni telefoniche e ambientali e il rinvenimento di veri e propri libri mastri, nei quali erano riportati gli importi dei prestiti usurari e i nomi delle vittime, è stato possibile identificare e accertare l’entità delle somme prestate, che andavano da mille a circa 20mila euro.
Fondamentale, per le indagini, è stata la collaborazione da parte delle vittime, che hanno consentito agli inquirenti di ricostruire i meccanismi.
E’ emersa anche la difficoltà economiche nella quale erano finiti gli imprenditori a causa dell’emergenza Coronavirus, che li ha costretti a chiedere dei prestiti agli usurai.
Contestualmente il gip, su richiesta sempre della Procura, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati. Sono stati così posti i sigilli a: garage, appartamenti, motocicli e libretti di risparmio bancari per un valore complessivo di 450 mila euro.
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