Imprese funebri gestite dalla camorra: arrestato Cesarano
Nonostante i sequestri, le ditte continuavano a lavorare con altre aziende del napoletano
25-02-2020 | di Redazione
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Sequestrate le imprese funebri, ma le attività illecite continuavano.
I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Alfonso Cesarano, originario di Castellammare di Stabia. L’uomo risulta gravemente indiziato per i reati di intestazione fittizia di imprese, illecita concorrenza, violazione di sigilli e tentata violenza privata, commessi grazie ad una vera e propria associazione per delinquere derivante dal sistema di monopolio imposto negli anni sul territorio, avvalendosi del clima di intimidazione e di omertà imposto dal clan camorristico Polverino egemone sul territorio di Marano di Napoli ed al fine di agevolare la medesima organizzazione camorristica.
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L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Alfonso Cesarano è stata richiesta dal Pubblico Ministero per le attività di reiterazione dei delitti già contestati, allorquando, il 17 maggio scorso, furono eseguiti i provvedimenti di sequestro delle imprese di pompe funebri operanti nei Comuni di Marano di Napoli, Quarto, Pozzuoli e Calvizzano facenti capo alla famiglia Cesarano, che avevano imposto una sorta di monopolio nel relativo settore di attività, avvalendosi del rapporto privilegiato con il clan Polverino, impedendo di fatto a altre imprese di operare liberamente.
Risultava, in particolare, l’utilizzo fittizio a tali scopi di imprese apparentemente diverse da quelle del gruppo Cesarano che erano state progressivamente oggetto di provvedimenti di interdizione antimafia e conseguenti decadenze dalle relative autorizzazioni comunali.
Come evidenziato dal Gip, nell’accogliere la prospettazione del Pubblico Ministero, le misure cautelari reali adottate si sono rivelate del tutto insufficienti ad interrompere le attività illecite che, invece, sono continuate sotto la direzione e la regia di Cesarano Alfonso, ostacolando con violenze e gravi minacce le attività dei concorrenti, violando reiteratamente i sigilli, sottraendo all’amministrazione delle imprese in sequestro la disponibilità di autovetture e carri funebri, messi così a disposizione di altre imprese funebri compiacenti.
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