“A picco sul mare. Arredi di lusso al tempo di Poppea. Oplontis, il fascino e la bellezza. Esposizione di sculture e reperti delle ville romane”. Apre ufficialmente le porte l’11 marzo la mostra sui tesori del parco archeologico di Torre Annunziata, fino ad oggi in parte chiusi nei magazzini o in esposizione nei musei più importanti al mondo.
Tornano a casa e lo fanno collocandosi a Palazzo Criscuolo, la sede del sindaco che ha lasciato le sue stanze per far spazio alle statue di marmo, alle vetrine con gli ori, le anfore ed altri oggetti che furono sepolti dalla lava del Vesuvio e tornati alla luce pochi decenni fa.
L’esposizione è dedicata alla memoria del direttore degli scavi di Palmira, Khaled al Assad, ucciso dall’Isis il 19 agosto dello scorso anno. L’evento, promosso dal Comune e realizzato grazie alla Soprintendenza di Pompei e ai finanziamenti della regione Campania, mira ad evocare la quotidianità, quale era quella al 79 dopo cristo, quando il vulcano sorprese gli abitanti degli antichi insediamenti vesuviani.
I reperti raccontano della vita nella cittadina di Oplontis che gli antichi situavano tra Ercolano e Pompei. Quelli della villa sfarzosa attribuita a Poppea che, come nel titolo dell’evento, si è scoperto di recente che affacciava sul mare. Quelli della cosiddetta villa B che fungeva da grande magazzino e punto di scambio di merci tra le navi che approdavano nel porto vicino e la città di Pompei.
La visita è agevolata dal sito internet www.oroplontis.it, da una connessione wifi e da un qr code posto vicino ad ogni singola vetrina che, ripreso da un cellulare, visualizza la pagina che descrive l’oggetto che si sta osservando.


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