Nascondeva un vero e proprio arsenale, ma anche droga e biciclette costose di dubbia provenienza. A Scafati (Sa) sono scattate le manette per un trentenne di Mariconda, l’incensurato Luigi Borrelli. I finanzieri della locale tenenza, agli ordini del capitano Nunzio Napolitano, sono giunti sulle sue tracce al termine di un’accurata attività d’intelligence, fatta di pedinamenti e appostamenti. 

Le Fiamme Gialle sono entrate in azione eseguendo un decreto di perquisizione emesso dal Sostituto procuratore di Nocera Inferiore Amedeo Sessa, per controllare tre diversi posti ritenuti nella disponibilità dell’uomo. Tutti individuati in via Sant’Antonio Abate, ai confini tra Pompei e Santa maria La Carità. E’ stato così che, in un cantina, nascoste tra pezzi di ricambi di auto e bici, i militari hanno rinvenuto un fucile da caccia e quattro pistole detenute clandestinamente. Due sono risultate prodotte in Repubblica Ceca e con matricola abrasa (entrambe dotate di puntatore laser). Le altre di produzione statunitense, marca “Smith & Wesson”.

Nel corso del blitz, i finanzieri hanno sequestrato anche 500 cartucce di diverso calibro, un passamontagna, tre telefonini e un pc portatile. Sulle armi sono in corso accertamenti per verificarne la provenienza e l’eventuale utilizzo. Tra le ipotesi paventate dagli investigatori (e sulle quali si continua ad indagare), infatti, anche la possibilità che Borrelli, proprio perché incensurato e dunque insospettabile, potesse fungere da “armiere” per conto dei clan emergenti dell’area vesuviana. In particolare della zona di Boscoreale, da cui, secondo quanto trapelato dagli ambienti investigativi, sarebbe partita una vera e propria operazione di conquista del territorio dell’Agro-Nocerino.

Nei confronti del 30enne di Mariconda c’è anche l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, in seguito al ritrovamento di alcuni pallini di cocaina, nascosti all’interno della moka per il caffè. La droga è stata scoperta grazie al fiuto di “Ramis”, un pastore tedesco a disposizione delle Fiamme Gialle.

Tra la merce sequestrata dagli uomini del capitano Napolitano spicca, infine, anche un gran numero di bici nuove di varie marche, alcune dotate di sistema elettronico di pedalata. Bici con un valore commerciale stimato di circa 10mila euro. Borrelli è stato accusato di ricettazione poiché custodiva queste biciclette senza alcun documento che ne giustificasse il regolare acquisto.

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