“Non ho rapporti con mio zio Umberto da 20 anni”. A parlare è Salvatore Onda, l’uomo al centro dell’inchiesta della DDA che ha travolto l’amministrazione comunale di Torre Annunziata. Insieme a lui sono indagati anche il sindaco e altri politici. In un’intervista rilasciata al quotidiano “la Repubblica” Onda racconta la sua versione dei fatti. “E’ paradossale identificare me come l’uomo oscuro e innominabile della politica a Torre Annunziata solo per la mia parentela di cui non ho alcuna responsabilità – afferma – Ho la passione per la politica da tantissimo tempo, ricoprendo incarichi sia presso il consiglio regionale (nella segreteria di Antonio Milo, ndr), sia alla Camera e Senato nella segreteria del Gruppo Misto per il Movimento per le Autonomie, dal 2009 al 2012. Durante la passata legislatura, ho conosciuto il generale Carmine De Pascale e mi sono avvicinato al gruppo “De Luca Presidente" di cui sono segretario cittadino a Torre Annunziata dal 2019”.

Un incarico politico di cui il capogruppo regionale Carmine Mocerino non ne sa nulla, ipotizzando sia un incarico assegnato nella precedente legislatura da De Pascale. “De Luca Presidente” infatti non è un partito, ma un gruppo consiliare formato in regione dagli eletti della omonima lista civica.

Rispetto ai rapporti con i “parenti scomodi” Onda spiega: “Io e la mia famiglia abbiamo sempre condotto una normale vita sociale e lavorativa, prendendo le distanze da qualsiasi contesto delinquenziale. Non ho rapporti con mio zio Umberto Onda da vent’anni”.

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