“Concorso in falso ideologico” è questa l’accusa dalla quale dovranno difendersi i due ispettori dell’Asl Napoli 3 finiti anche loro nell’inchiesta “Terra Santa” che ha portato nella mattinata di giovedì all’emissione di nove ordinanze da parte del Gip del Tribunale di Torre Annunziata e che hanno colpito tra gli altri alcuni noti esponenti politici di Pompei.

Tra gli indagati oltre ai politici finiti ai domiciliari, i due arrestati e i due colpiti da divieto di dimora, figurano anche altre 8 persone: si tratta di Patrizia Coscia, Andrea Nunziata, Raffaelina Palomba, Vincenzo Russo,  Antonio Villani, Francesco Villani e i due ispettori dell’Unità Operativa Prevenzione Collettiva dell’Asl Napoli 3, Francesco Pappalardo e Carlo Sorrentino. Quest’ultimo residente a Boscoreale in passato è stato consigliere comunale della Margherita ed anche candidato sindaco del centrosinistra, sconfitto da Giuseppe Sergianni nel 2000.

L’accusa nei confronti dei due ispettori dell’Asl è di “concorso in falso ideologico”. I due avrebbero omesso, nel corso di un controllo presso il Cimitero di Pompei di compilare il campo relativo ai dati riferibili proprio alle operazioni cimiteriali di esumazione, estumulazione e trasferimento dei resti mortali. In maniera specifica soprattutto Pappalardo avrebbe avuto contatti telefonici e personali con uno degli arrestati.

Nell’ordinanza il pubblico ministero evidenza il fatto che Pappalardo, in maniera particolare, e Sorrentino che accompagnò il collega nel corso di una ispezione nella quale venne redatto il verbale non avrebbero rilevato che nella struttura cimiteriale di Pompei non vi erano planimetrie aggiornate del sito che, in assenza di autorizzazione regionale alla riduzione del turno di rotazione si effettuavano, in violazione del regolamento di polizia mortuaria comunale e del DPR 285/90 esumazione di salme a meno di dieci anni dall’inumazione, senza l’intervento del sanitario competente e prive dell’autorizzazione sindacale.

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