Indetto lo sciopero dei commercialisti. Pagano: "Un segnale forte che va colto"
Astensione degli iscritti dal 30 settembre al 7 ottobre. Il presidente dell'Aidc sezione di Torre Annunziata spiega le ragioni
25-09-2019 | di Redazione
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Le associazioni nazionali dei commercialisti ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC -UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO hanno proclamato, nel rispetto delle modalità contemplate dal codice di autoregolamentazione vigente, l’astensione degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dalle attività riguardanti:
- la trasmissione telematica, quali intermediari, dei modelli di pagamento F24, nei giorni 30/09 e 01/10;
- la partecipazione ad udienze presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali, nei giorni compresi dal 30/09 al 07/10.
Sulle ragioni che hanno portato a tale astensione abbiamo sentito il dott. Vincenzo Pagano, Presidente dell’Associazione Italiana Dottori commercialisti (AIDC) sezione di Torre Annunziata.
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“Lo sciopero giunge all’esito di un iter, di segnalazione prima e di protesta poi, relativo alla tardiva introduzione del quadro tecnico-normativo inerente gli ISA -afferma Pagano- Una tardività che rischia seriamente di compromettere lo stesso adempimento, ma che ha soprattutto mostrato il disprezzo del legislatore e della pubblica amministrazione verso lo Statuto dei Diritti e del Contribuente. Questo ci ha indotto prima alla richiesta a tutti i Garanti del Contribuente - attesa la evidente sordità del Governo alle comuni istanze - di presentare le loro dimissioni come massimo segno di protesta. Infine, vista la inattitudine a percepire anche questa ulteriore manifestazione di sdegno, a proclamare lo sciopero, come estrema ratio di manifestazione congiunta di dissenso verso un fisco incapace di perseguire i propri scopi erariali rispettando gli elementari diritti civili dei contribuenti. La china di illegalità, ed inciviltà, che lo Stato sta percorrendo nei rapporti tributari è tanto più preoccupante quanto più si fa complesso ed urgente il tema del bilancio dello Stato e, conseguentemente, probabile il ricorso a nuove imposte o l’inasprimento di quante esistenti. Lo sciopero dei commercialisti è un affare difficile da maneggiare ed i confini strettissimi concessi dalle norme non aiutano ad immaginarsi percorsi particolarmente originali o fantasiosi nel definire le iniziative da intraprendere. Tuttavia è un segnale forte che va colto”.
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