È Salvatore Gramaglia, direttore artistico, l’autore del libro “Calata Trinità Maggiore, 53 Memorie e storie di Cinema e cinematografo a Napoli” presentato dalla associazione culturale Psg. Un titolo accattivante che già di per se sembra evocare una serie di altre atmosfere, un po’ nostalgiche, ma tutte gradevoli, di un tempo appena passato dagli anni 50 agli 80. Le pagine diventano un flash back attraverso cui si osservano le antiche pratiche della distribuzione, l’assegnazione dei film, le persone che fin dalla mattina presto collaboravano alla disseminazione di storie e di fantasie, il trasporto con furgoncini e biciclette verso tutte le sale di proiezione, e la curiosità per quelle “pizze”, la magia e il fascino di quelle scatole contenenti le storie, che si sarebbero svelate sul grande schermo.

L’opera ha l’obiettivo di raccontare un periodo della distribuzione cinematografica a Napoli per non disperdere ricordi preziosi e giovanili legati all’attività dell’autore che si svolgeva in quel mondo. Gramaglia scrive non un’opera autobiografica ma la storia di un’epoca che ricostruisce lo sviluppo della “macchina cinema” a Napoli. Ospiti e relatori dell’incontro Valerio Caprara, giornalista, noto critico cinematografico, Giuseppina Scognamiglio, docente di letteratura Teatrale alla Federico II , Aldo Vella, scrittore, e il sindaco Giorgio Zinno.

Negli edifici di quella strada, Calata Trinità, erano allocate negli anni sessanta tutte le case di distribuzione cinematografica che con il proprio operato hanno contribuito a diffondere il cinema in tutto il sud Italia. Una ricostruzione vivace di quel tempo magico del cinema del dopoguerra e della sua distribuzione, l’analisi di un periodo della vita culturale e sociale della città che vide Gramaglia impegnato per oltre 8 anni proprio nel settore della distribuzione dei film e i suoi meccanismi. Napoli merita questo ricordo, scrive Gramaglia, quale importante città nella settima arte e inesauribile fonte di progettualità e di ispirazione.

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