Così fa male. Stavolta il recupero non esalta, bensì condanna il Napoli che saluta la corsa scudetto (-9 dalla Juve schiacciasassi, ndr) e deve ora guardarsi dal ritorno dell'Inter, a cui basta una zampata del redivivo Martinez per riaprire la lotta alla piazza d'onore.

Muro azzurro. Il primo tempo è quasi un monologo dell'Inter che fa la voce grossa già dalla prima battuta: il calcio d'inizio di Icardi è una dichiarazione d'intenti che manda in leggero affanno Meret e soci. Soffre il Napoli soprattutto a metà campo: le sgroppate di Joao Mario son dolori, meno bene Perisic e Politano, contenuti a dovere dai soldatini Rui e Callejon. Gli azzurri non vanno oltre uno spunto di Insigne: solito destro a giro, ma telefonato tra le braccia di un Handanovic insolito spettatore. Prima dell'intervallo altro acuto nerazzurro: mischia in area, Icardi di rimpallo fa fuori Albiol e Meret, provvidenziale Koulibaly che in scivolata rispedisce al mittente e zittisce San Siro alle prese col solito orribilante repertorio di cori ed ululati di vario genere.

Finale col botto. Nella ripresa, a fuoco lento, viene fuori il Napoli. L'Inter va ben presto in riserva d'ossigeno e arretra il proprio raggio d'azione. Gli azzurri prendono campo e negli spazi provano a far male. Il primo squillo è di Callejon, poco dopo l'ora di gioco, Handanovic sporca i guantoni ed inaugura la sua serata. Vivono di fiammate i meneghini: Perisic, per una volta, guadagna il fondo, sul suo tracciante è ancora Koulibaly ad alzare il muro, sventando in corner. Dominante il gigante senegalese che però al minuto 80 è vittima di un innaturale delirio di onnipotenza. Politano scappa via, Koulibaly si aggrappa per ben due volte frenando la sua ripartenza. Giallo fiscale ma da regolamento, di rimando l'ironico applauso di frustrazione che si traduce nel rosso diretto che rovina ed innervosisce il finale di gara. Spalletti fiuta l'occasione e sbilancia la sua squadra inserendo Keita e Martinez. Il fortino partenopeo però - apparentemente - regge ed all'89' sono proprio gli azzurri a sfiorare il colpo grosso. Mertens disegna la parabola, Handanovic la sporca sui piedi di Insigne, primo tentativo respinto sui piedi di Zielinski che calcia a botta sicura ma trova il provvidenziale intervento di Asamoah che di stinco grazia i nerazzurri. Le slinding doors si materializzano al minuto 91: Keita lavora un buon pallone, velo di Vecino per il sinistro di Lautaro che, complice il tocco di Maksimovic, fa secco Meret. Suo il gol vittoria a San Siro, ma le emozioni non sono ancora finite. C'è ancora tempo per il rosso sventolato ai danni di Insigne, che paga da solo per le scaramucce reciproche con Keita.

Ahi, ahi, ahi Mazzoleni. Detto della sfortuna e della prestazione opaca soprattutto nel primo tempo, balza all'occhio anche la gestione del fischietto più discusso di sempre alle falde del Vesuvio. Cartellini più o meno condivisibili, sorprende piuttosto l'improvvisa ipoacusia che lo ha sorretto nell'ignorare per tutta la serata il macabro show canoro del Meazza. Ed ora Max, come la mettiamo? E' proprio vero, in Italia non cambierà mai nulla...

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