Otto richieste di rinvio a giudizio. Si chiude così il secondo capitolo dell'inchiesta della procura di Napoli sulle presunte irregolarità nella erogazione dei rimborsi ai consiglieri regionali della Campania. Il reato di peculato è contestato sia a consiglieri in carica sia a ex rappresentanti dell'assemblea regionale: Mario Casillo, Angela Cortese, Corrado Gabriele, Nicola Marrazzo e Enrico Fabozzi (del gruppo PD), a Rosaria Anita Sala (gruppo Idv), e Carmine Mocerino e Pasquale De Lucia (gruppo Udc). La richiesta, firmata dal pm Claudio Novelli e dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, coordinatore della sezione ''reati contro la pubblica amministrazione'' è stata trasmessa oggi all'ufficio del giudice per le indagini preliminari che nei prossimi giorni fisserà la data della prima udienza.

Il 25 novembre scorso i pm avevano concluso la prima ''tranche'' dell'indagine con la richiesta di processare sette consiglieri (Ugo de Flaviis, Massimo Ianniciello, Sergio Nappi, Angelo Polverino, Gennaro Salvatore, Raffaele Sentiero e Pietro Diodato). Come si legge in gran parte dei capi di imputazione, i magistrati evidenziano che i rimborsi sono stati corrisposti sulla base di ''spese non documentate'' o comunque ''estranee alle finalità'' per le quali sono state erogate, ovvero il funzionamento dei gruppi regionali. Si tratta di uno dei due fondi di spesa sui quali si è concentrata l'attenzione degli inquirenti: il secondo sono i rimborsi nell'ambito del settore della comunicazione. Una indagine che lo scorso anno portò alla emissione di ben 52 avvisi di garanzia, dopo che dagli accertamenti erano emerse una serie di anomalie: tra le ricevute esibite per ottenere i rimborsi ve ne erano numerosissime che nulla avevano a che fare con le attività istituzionali (libri scolastici, articoli per la casa, gomme da masticare e prodotti per l'igiene della persona, occhiali da vista, sigarette e articoli da regalo comprati in gioielleria, accessori per motocicli e farmaci, conti di bar e ristoranti).

La procura nel corso dell'inchiesta ha operato una scrematura, separando i casi in cui le spese sono state giustificate o quelli in cui erano palesi gli errori nella presentazione delle ''pezze di appoggio'' (per i quali sono state proposte una serie di richieste di archiviazioni), da quelli che invece si configuravano come illeciti. Gli inquirenti hanno preferito spezzettare l'indagine in varie tranche per evitare un processo con decine e decine di imputati, difficile da gestire. Queste le somme contestate agli otto consiglieri per i quali la procura ha chiesto oggi il rinvio a giudizio: 7.300 euro a Casillo, 7.002 a Cortese, 14.384 a Gabriele, 6.300 a Fabozzi, 10.763 a Sala, 42.459 a Marrazzo, 15.658 a Mocerino e 10.888 a De Lucia. I fatti al centro dell'indagine si riferiscono a un arco di tempo che va dal 2010 al settembre 2012.


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Rinvio a giudizio per otto consiglieri