Isecold, bocciato ricorso al Tar. Il giudice: “La Regione Campania stabilisca se ci sia bisogno della Via”
Battaglia infinita contro le cisterne al porto di Torre Annunziata. Nodo cruciale la verifica d’impatto ambientale
28-03-2019 | di Marco De Rosa
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Altra battuta d’arresto per la Isecold, una seconda vittoria per Torre Annunziata. Il Tar ha bocciato il ricorso presentato dall’azienda per l’ampliamento del deposito di idrocarburi all’interno del porto di Torre Annunziata.
Una sconfitta a metà, tengono a precisare i legali della Isecold: “Il ricorso non è stato bocciato integralmente – hanno spiegato -, ad essere respinta è stata la domanda cautelare. Il Tar ha ritenuto che la questione debba essere sottoposta alla Regione Campania”. In pratica è la Regione che deve stabilire se ci sia bisogno della Via.
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IL RICORSO. Il blocco ai lavori sarebbe dovuto avvenire entro 18 mesi dall’ottenimento del permesso a costruire e non a dicembre scorso. Questo quanto precisato dai legali Isecold due settimane fa, annunciando battaglia al Tar. Una battaglia in cui il comune recentemente è corso anche ai ripari. Con la delibera di giunta numero 50, il comune nominò come legale l’avvocato Salvatore Canciello, affidandogli l’incarico di “resistenza in giudizio”.
L’atto in questione è la verifica di assoggettabilità (o screening): è una procedura finalizzata ad accertare se un piano o un programma debba o meno essere assoggettato alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica. La procedura è regolamentata D.Lgs. 152/2006: “Per i serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi e chimici pericolosi superiori a mille metri cubi – dichiarò il dirigente dell’ufficio tecnico comunale Nunzio Ariano dopo aver diffuso la notizia del blocco ai lavori – va presentato questo documento”. Senza la verifica di assoggettabilità, in sostanza, la commissione non può stabilire se ci sia il bisogno del “Via”, il certificato di verifica impatto ambientale.
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