Con una cerimonia solenne e l’omelia di ringraziamento tenuta dal Rettore Padre Luigi Tornatore è stata riconsegnata ai cittadini di San Giorgio a Cremano  la Chiesa di San Giorgio Vecchio, detta anche Chiesa Madre del Cimitero, a seguito dell’importante restauro resosi necessario dopo molti anni.

Con il Sindaco Giorgio Zinno, il Vice Sindaco Pietro De Martino, il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il Decano dei Consoli Elio Pacifico, oltre a numerose autorità civili e militari, e molti fedeli. Questa Chiesa è il luogo di culto più antico della città di San Giorgio a Cremano. Di grande valore storico, ebbe origine sul territorio circa 1000 anni fa sulla piccola area ove era situata una cappella gentilizia che veniva chiamata la “cappella di San Giorgio” e da quel momento dal 1300 è nata la prima ala della Chiesa e successivamente fino al 1500 sono stati realizzati  vari ampliamenti  fino alla realizzazione di due altre ali che comprendono le navate laterali e il campanile . 

La Chiesa rappresenta una testimonianza dell’alto valore simbolico storico e culturale per la comunità sangiorgese un baluardo di  fede e identità per generazioni di cittadini del luogo e internamente è esposta la statua lignea  del 1700 di San Giorgio Martire simbolo della identità della comunità. La chiesa è detta anche Madre del Cimitero che gli sorge accanto. Da oltre 20 anni veniva richiesto un intervento di restauro su alcune parti deteriorate della struttura e grazie alla sensibilità dell’amministrazione e con il parere positivo della Soprintendenza si è potuto procedere ai lavori che hanno interessato sia la parte esterna che interna. 

La Santa Messa di ringraziamento si è conclusa con la benedizione al popolo dei fedeli e alla stessa Chiesa, ed è stata impreziosita dalla partecipazione del Coro dell’A.M.I. (Attività Musicali Inclusive) diretto da Raffaella Ambrosino che ha contribuito a creare un’atmosfera fortemente intrisa di spiritualità. “Con questa riqualificazione – fa sapere il Sindaco Zinno -  la Chiesa di San Giorgio Vecchio  torna ad essere uno dei principali luoghi di culto della nostra città, ma anche il simbolo di radici condivise, memoria collettiva e coesione sociale. Continuiamo a valorizzare la nostra storia e il nostro patrimonio “ .

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