Ha resistito a tutte le difficoltà del Novecento e ora è uno scheletro pericolante, pieno di macerie. Nel 2010 cominciarono a circolare le prime voci su progetti di abbattimento, giusto cent’anni dopo la sua creazione. Ora il Moderno, in piena antitesi con il suo nome, viene ciclicamente minacciato di demolizione per lasciar posto, come da spietato copione, ad un parcheggio multipiano, mentre restano inascoltate le controproposte di riqualificazione per trasformarlo in centro culturale.
In realtà, al momento, appare tutto fermo, e per una volta si potrebbe dire “per fortuna”, se si considera il valore storico di questo teatro sorto ai margini della Belle Époque. Se la facciata esterna conserva il retrogusto di un’era tramontata, l’interno è ancor più immobilizzato nel tempo, sebbene storpiato da ripetuti vandalismi e incendi, e in più punti sottoposto a piccoli crolli per sopraggiunte carenze strutturali, inevitabili dopo oltre trent’anni di disuso. Le nostre immagini inedite delle sale dell’edificio riportano alla luce la storia secolare di questo cinema e teatro, fino ad oggi rimasto invisibile e muto.
Il Metropolitan, invece, è stato realizzato dalle polveri del Molino Corsea, demolito a causa degli ingenti danni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Ciò che nacque dopo, consegnato alla città alla fine degli anni ’50, fu uno degli edifici più belli e avveniristici di Torre Annunziata e dell’intera provincia di Napoli.
L’impatto urbanistico dell’imponente struttura fu subito evidente. Ma questo non denotava di certo un problema per l’epoca e lì dove il tempo e il progresso stavano divorando ciò che era l’antico tessuto storico locale. Così il Cine-Teatro Metropolitan impose la sua mole ma anche quella particolare concezione per cui venne edificato, la quale dinanzi alla sua enorme platea unificava sullo stesso palcoscenico il cinema e il teatro, la tradizione e la continua evoluzione tecnologica cinematografica che ormai era divenuta industria vera e propria.
Dal 1958 alla metà degli anni ‘80 il Metropolitan è stato meta dei personaggi più quotati del jet set cinematografico. Gli anni ‘60 furono quelli del suo grande exploit, durante i quali le tavole del suo grande palcoscenico vennero calcate dai personaggi più importanti del momento, tra cui Dino De Laurentiis, che scelse Torre Annunziata per l’anteprima del suo Jovanka e le altre (1960), al grande Totò, da Gina Lollobrigida a Sofia Loren, da Mike Buongiorno a Domenico Modugno.
La metà degli anni ‘80 segnano la fine di un grande sogno e avviano il processo dell’inesorabile decadenza fino quell’abbandono totale della struttura, divenendo così lo specchio di un’epoca tiranna che non ha dato scampo a nessuno degli imprenditori torresi.
Ha resistito a tutte le difficoltà del Novecento e ora è uno scheletro pericolante, pieno di macerie. Nel 2010 cominciarono a circolare le prime voci su progetti di abbattimento, giusto cent’anni dopo la sua creazione. Ora il Moderno, in piena antitesi con il suo nome, viene cicl...
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