Era uno dei sodali più spietati del clan Gionta. E’ questo ciò che emerge sulla figura di Antonio Cirillo, alias Denti Gialli. Il 33enne è ormai da tutti conosciuto il killer di Maurizio Cerrato. Ma la belva che ammazzò il custode degli Scavi di Pompei lo scorso 19 aprile in via IV Novembre a Torre Annunziata, non faceva solo parte del branco comandato da Giorgio Scaramella. Il suo nome è comparso tra le 19 persone arrestate il 30 novembre dai carabinieri.

Nelle 365 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Giuseppe De Angelis si scopre che Cirillo era uno degli elementi chiave per la guerra contro il IV Sistema.

Denti Gialli, il 20 luglio del 2020, stava infatti pianificando un agguato nei confronti di Salvatore Carpentieri, alias Tore Viola, affiliato alla cosca rivale. “Lo devo schiattare a questo. Gli togliamo il casco da testa e lo schiattiamo”. Ha riferito nel corso di un’intercettazione ambientale captata dagli inquirenti.

Un omicidio mai avvenuto perché al termine di vari sopralluoghi Cirillo aveva scoperto che il Carpentieri era “pieno di occhi”.

La sua spregiudicatezza era comunque nota al Quarto Sistema. A essere preoccupata erano sia la madre che la moglie che lo invitavano più volte a non uscire di casa per non essere vittima di raid armati.

Inoltre, a definire ancora di più il quadro di pericolosità di Cirillo, c’era anche il suo impegno per la riscossione delle estorsioni.

LA DETENZIONE. Prima di questo provvedimento cautelare, Cirillo era già in carcere dallo scorso 24 aprile per l’omicidio di Maurizio Cerrato ed ha confessato di essere stato lui ad infliggergli la coltellata fatale. Rabbia e amarezza soprattutto nelle parole della vedova Tania Sorrentino. “Doveva marcire in galera già da tempo. Perché un criminale come lui era ancora a piede libero?”. Al barbaro delitto parteciparono anche il papà Francesco, ora agli arresti domiciliari, e i fratelli Domenico e Giorgio Scaramella (attualmente ancora a Poggioreale).

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