La missione di don Pasquale Paduano in Africa: 'La mia vita al servizio degli ultimi'
Il ricordo dei vent'anni a Torre Annunziata: ‘All'inizio ero spaventato, poi sono andato via piangendo. I torresi hanno un cuore enorme, ce la faranno'
10-04-2024 | di Rosanna Salvi
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Quindici anni fa il primo viaggio in Africa. Lo aveva capito sin da bambino che avrebbe dedicato la sua vita agli ultimi. Prima in Eritrea e poi in Burundi. Guidato dalla fede, travalica i confini della zona vesuviana per aiutare i bimbi più poveri. Questa è la storia di don Pasquale Paduano, il parroco missionario simbolo della resistenza spirituale e sociale.
“La Chiesa non è relegata tra quattro mura. Siamo chiamati ad andare oltre la pietra per incontrare le persone e aiutare i nostri fratelli più poveri. Sono diverse le opere in cantiere in Burundi – spiega don Pasquale, ospite della nostra redazione - Ci occupiamo di 32 bambini che vivono in orfanotrofio, tra questi tre sono arrivati a Torre Annunziata. La nostra attenzione si concentra anche sui piccoli con malformazioni genetiche. In Africa i disabili sono gettati via, noi andiamo lì per dargli una speranza”.
Don Pasquale ha trascorso gli ultimi vent’anni a Torre Annunziata, principalmente al Santuario dello Spirito Santo e nella Parrocchia dell'Immacolata. Poi a settembre il trasferimento a Boscotrecase. “Quando sono arrivato ero impaurito e pieno di pregiudizi nei confronti della comunità torrese, poi mi sono talmente affezionato che sono andato via piangendo. I cittadini hanno un cuore enorme e anche se è un territorio complesso credo nel riscatto del territorio”.
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Nel corso degli anni diventa un punto di riferimento per Torre Annunziata. Al fianco di emarginati, malati e ragazzi riesce a costruire un’alternativa valida in un territorio martoriato dalla camorra. Don Pasquale, tra sfide e situazioni al limite, diventa il simbolo della resistenza. “Sono stati tanti i momenti complicati. Tempo fa bussarono di notte alla mia porta, erano i carabinieri. Furono ritrovate delle armi proprio nella mia Chiesa, non ci potevo credere. E non solo. Un giorno un fedele mi disse: ‘Se te ne vai ti sparo nelle gambe’, rimasi spiazzato da questo modo piuttosto singolare di manifestare affetto. Ma al di là di aneddoti e pregiudizi, chi pensa che Torre Annunziata sia spacciata si sbaglia. Il popolo è reattivo ed è pronto a scrivere una nuova storia, ma servono modelli giusti”.
A pochi mesi dalle elezioni amministrative Don Pasquale lancia un appello alla comunità: ‘Siamo tutti bravi a parlare, ma bisogna entrare in azione e sporcarsi le mani. Scegliete bene a chi affidare la vostra città. Non cadete nelle trappole di coloro che vogliono sfruttare il territorio solo per un arricchimento personale. Questo è il tempo del cambiamento e la svolta dipende da voi. Mi manca molto Torre Annunziata, ma sono felice di essere ritornato a Boscotrecase nella mia parrocchia di origine. Non dimenticherò mai l'esperienza ventennale in questo territorio. Sono cresciuto sia umanamente che spirtiualmente e devo ringraziare anche i miei fedeli per questo".
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