Rimarranno per sempre nei nostri cuori le immagini che scorrevano davanti al piccolo schermo della TV diventato per un po’ la Cappella di casa. Tutto mentre i nostri occhi si riempivano di commozione davanti alla indimenticabile figura delicata e profonda del Papa che, solo, in una notte di pioggia, a piedi percorreva il vasto sagrato della Chiesa di San Pietro come a voler andare a incontrare Dio per parlare con Lui in quel silenzio surreale, rimanendo in preghiera diretta con Lui, davanti a Gesù, per chiedergli di salvare i propri figli. 

Una preghiera per una umanità che è sembrata in questi giorni avere smarrito le proprie certezze ed avere dedicato finalmente un po’ del suo tempo a giudicare e separare le cose che contano da quelle che non contano.

Sono questi i momenti in cui gli uomini valutano quanto conti l’odio, la follia devastatrice, gli interessi spietati, la violenza, gli inganni, l’indifferenza, la manipolazione delle coscienze che scagliano i fratelli gli uni contro gli altri e contro tutto questo il papa ha pregato per salvare gli uomini atterriti dalla paura dall’angoscia e dallo smarrimento.

Una preghiera perché tutti si riaprissero alla speranza con l’Indulgenza Plenaria concessa a tutti coloro che hanno ricevuto la benedizione eucaristica. Parole e gesti del Papa che grazie alle TV, sono arrivati ai credenti e non credenti: per il Papa sono tutti umani e tutti nella stessa barca che naviga nei mari tempestosi della vita.

Il suono delle campane e delle sirene dopo la benedizione “Urbi et Orbi” alla fine della cerimonia ha emozionato tutti: un ringraziamento e un momento di speranza e di fiducia per il domani, quando tutti torneremo a riscoprire il valore di un abbraccio e di un sorriso verso il prossimo che oggi non possiamo provare.

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